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10 Settembre 2023
15:00

Cane che abbaia, quando scatta il reato?

L'abbaiare incessante e incontrollato del cane può arrecare disturbo alla quieta dei vicini e condomini, talvolta divenendo anche reato. Vediamo quali sono gli obblighi a cui sono chiamati i padroni dei cani.

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Cane che abbaia, quando scatta il reato?
Dottoressa in Giurisprudenza
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Cane che abbaia non morde, ma può dare problemi con i vicini.

Vivere in un condominio, o con dei vicini nelle strette vicinanze, impone delle regole di civile convivenza e tra queste vi sono il rispetto del riposo e delle occupazioni altrui: a dirlo è l’art. 659 del Codice Penale.

La legge, infatti, pur tutelando gli animali, richiama all’ordine il padrone del cane che arrechi disturbo intollerabile.

Si può parlare di reato quando il cane abbaia in maniera continuata disturbando i vicini? Vediamo di seguito cosa dice la legge e quando l’abbaiare diventa reato.

Disturbo della quiete per il cane che abbaia

Il reato di disturbo alla quiete, ai sensi dell’articolo 659 del Codice Penale, è definito più correttamente dall’ordinamento come “Disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone” e tutela l’ordine pubblico, inteso anche come diritto alla tranquillità e al riposo.

L’art. 659 c.p. dispone:

Chiunque, mediante schiamazzi o rumori, ovvero abusando di strumenti sonori o di segnalazioni acustiche ovvero suscitando o non impedendo strepiti di animali, disturba le occupazioni o il riposo delle persone, ovvero gli spettacoli, i ritrovi o i trattenimenti pubblici, è punito con l'arresto fino a tre mesi o con l'ammenda fino a euro 309.

Nell'ipotesi prevista dal primo comma, la contravvenzione è punibile a querela della persona offesa, salvo che il fatto abbia ad oggetto spettacoli, ritrovi o trattenimenti pubblici, ovvero sia commesso nei confronti di persona incapace, per età o per infermità.

Si applica l'ammenda da euro 103 a euro 516 a chi esercita una professione o un mestiere rumoroso contro le disposizioni della legge o le prescrizioni dell'Autorità”.

La norma al suo interno fa riferimento anche agli animali domestici di cui sono responsabili i padroni: non è banale ricordare che scegliere di avere un amico peloso significa curarsi della sua salute, tanto fisica quanto psicologica, e spesso i guaiti e l’abbaiare incessante possono rivelare uno stato di maltrattamento.

Quando l’abbaiare diventa reato

Il Codice Penale ritiene responsabile il padrone del cane che non si preoccupi di impedire i guaiti incontrollati o che, ancor peggio, li fomenti. Questo comportamento viene punito dalla legge con l’arresto fino a 3 mesi oppure con l’ammenda fino a euro 309.

A questo deve aggiungersi il risarcimento dei danni causati ai vicini che potranno essere richiesti in sede civile.

E’ bene precisare che l’articolo 659 del Codice Penale, ovvero il reato di disturbo alla quiete, non può essere invocato indiscriminatamente per i fastidi subiti ma fa comunque riferimento ad alcune soglie di tollerabilità.

L’abbaiare incessante, continuato e prolungato del cane del vicino è reato soltanto quando intollerabile, andando ben oltre il mero fastidio: per essere più chiari, deve essere in grado di arrecare un disturbo eccessivo al riposo e alle occupazioni delle persone circostanti.

Non è necessaria la prova dell’effettivo disturbo di più persone, ma è sufficiente l’idoneità del fatto a disturbare un numero indeterminato di persone, non occorrendo l’effettivo disturbo alle stesse” ad affermarlo è la Corte di Cassazione a partire dalla sent. n. 40393/2004, ma anche sent. n. 45652/2018, così come sent. n. 5800/2019 e sent. n. 9699/2019.

Quindi, non è importante che la persona disturbata dia prova dell’effettivo pregiudizio, bastando invece l’idoneità dei rumori a disturbare la quiete, ma specialmente il disturbo deve colpire un numero indeterminato di persone. Non solo il singolo condomino, ma tutti i residenti.

Gli elementi di valutazione intrinseci all’articolo 659 del Codice penale sono il rispetto dell’orario di riposo, l’intensità dei rumori causati, ma anche la loro durata.

Vediamo nel dettaglio questi aspetti.

Orari di riposo e silenzio

Nel rispetto di tutti è importante rispettare gli orari di riposo e di occupazione, per non correre il rischio di disturbare i vicini.

All’interno di un condominio, il regolamento condominiale stabilisce gli orari opportuni entro i quali poter svolgere attività rumorose. Parallelamente però sono anche desumibili i tassativi orari di silenzio.

Di prassi, le fasce orarie entro le quali è possibile compiere attività rumorose:

  • a partire dalle ore 8:00 fino alle ore 13:00;
  • a partire dalle ore 16:00 alle ore 21:00.

Intensità e durata dell’abbaio

Un ulteriore elemento da valutare alla stregua del disturbo alla quiete arrecato dal cane che abbaia in maniera molesta, è sicuramente la soglia di intensità del suono prodotto dall’animale domestico

Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, 14 novembre 1997, in tema di “Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore fissa i limiti rumorosi percepiti in casa (ex art. 14) che  non devono superare i 5 decibel durante il giorno, mentre la notte devono essere inferiori ai 3 decibel.

Le promanazioni acustiche dovranno comunque rispettare le fasce orarie di riposo e silenzio che sono che vanno:

  • dalle ore 13:00 alle ore 15:00;
  • dalle ore 22:00 alle ore 08:00.

In ogni caso, il disturbo sofferto a causa dei latrati incessanti e incontrollati del cane devono andare oltre la normale tollerabilità. Cosa significa? Non può prendersi in considerazione il semplice fastidio che ben può essere sopportato con un po’ di pazienza, ma deve essere intollerabile.

In tema di intollerabilità e rumori è possibile prendere in considerazione anche l’articolo 844 del Codice Civile, il quale appunto richiama all’ordine il proprietario solo se i rumori “non superano la normale tollerabilità”.

E’ legittimo il sequestro dei cani che abbaiano di continuo?

La Corte di Cassazione, sezione 3, con sentenza n. 545351 del 22 dicembre 2016, si è pronunciata ritenendo legittimo il sequestro del cane che, abbaiando continuamente e lasciando deiezioni maleodoranti nelle aree comuni condominiali, sia fastidio ai restanti condomini.

Il sequestro a cui fa riferimento la sentenza è quello oggetto dell’articolo 321 del Codice di procedura Penale, vale a dire il cd. sequestro preventivo, il quale mira a togliere dalla disponibilità dell’autore del reato (in questo caso il padrone dell’animale domestico) al fine di evitare che la condotta illecita possa essere protratta nel tempo.

I cani, e in generale gli animali, sono esseri senzienti e in quanto tali degni di tutela e rispetto: responsabile della condotta incontrollata del cane è sicuramente il padrone non curante dei suoi bisogni e delle sue attitudini.

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Virginia Sacco
Dottoressa in Giurisprudenza
Laureata in Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Napoli - Federico II, ho seguito le mie passioni specializzandomi prima in Intelligence istituzionale e, successivamente, in Diritto dell'Unione Europea. Nel corso degli anni ho preso parte a eventi, attività e progetti a livello europeo e internazionale, approfondendo i temi della cooperazione giudiziaria e del diritto penale internazionale. Su Lexplain scrivo di diritto con parole semplici e accessibili.
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