NASpI: cos’è, a chi spetta e come funziona l’indennità mensile di disoccupazione

Al termine di un rapporto di lavoro può esserci il diritto alla NASpI, cioè un'indennità mensile di disoccupazione. Vediamo che cos'è, a chi spetta, quanto vale e quanto dura.

14 Dicembre 2023
15:00
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NASpI: cos’è, a chi spetta e come funziona l’indennità mensile di disoccupazione
A cura di Sasha Rizzo
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Nel caso del termine di un rapporto di lavoro subordinato è prevista un'indennità mensile di disoccupazione: la NASpI, nota comunemente come "disoccupazione". Essa, tuttavia, viene corrisposta solo nel caso in cui la perdita del posto del lavoro risulta essere non volontaria, salvo alcuni casi, come quello delle dimissioni per giusta causa.

Cos’è la NASpI?

NASpI è acronimo di “Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego” ed è un’indennità mensile di disoccupazione, quindi una somma di denaro, che viene corrisposta qualora un lavoratore dovesse rimanere involontariamente senza lavoro. Questa indennità, che rappresenta un sostegno al reddito, è stata introdotta nel 2015 con il Decreto Legislativo 4 marzo 2015 n.22 e ha sostituito la ASpI e la mini-ASpI.

A chi spetta NASpI?

La NASpI spetta ai lavoratori con un rapporto di lavoro subordinato che rimangono, senza volerlo, senza lavoro. Quindi, per esempio, spetta a chi è stato licenziato per giustificato motivo o per giusta causa (ossia per colpa del lavoratore). Poi, spetta a chi scade un contratto di lavoro a tempo determinato e spetta ai lavoratori che si dimettono per giusta causa: possiamo pensare al caso di un lavoratore che si dimette perché non gli viene corrisposto lo stipendio o perché è vittima di mobbing. Mentre, al contrario, non si ha diritto alla NASpI se ci si dimette volontariamente con le dimissioni volontarie: per esempio, per godersi un anno sabbatico. Inoltre, non c’è la NASpI nemmeno quando c’è risoluzione consensuale del rapporto di lavoro, cioè se lavoratore e datore di lavoro si accordano per interrompere il rapporto.

Come funziona la NASpI e quanto tempo dura?

La NASpI si può ricevere per un numero di settimane pari alla metà di quelle lavorate e nelle quali si sono versati i contributi previdenziali negli ultimi 4 anni. Quindi, un lavoratore che ha lavorato 6 mesi negli ultimi 4 anni riceverà la NASpI per 3 mesi.

I requisiti della NASpI

Per ricapitolare, i requisiti per accedere alla NASpI sono quindi due:

  • Stato di disoccupazione involontario;
  • Requisito contributivo.

Come si calcola la NASpI? 

L’ammontare lordo della NASpI dipende dal reddito degli ultimi quattro anni. In concreto si fa una media mensile del reddito percepito e se questo reddito medio è inferiore al “reddito di riferimento”, allora la NASpI sarà pari al 75% della retribuzione media mensile.

Cos’è il reddito di riferimento?

Si tratta un reddito indicato ogni anno dall’INPS e utilizzato per calcolare l'importo della NASpI. Per esempio, nel 2023 è di 1352,19€.

Esempi di NASpI

Supponiamo di essere un lavoratore che negli ultimi quattro anni ha come media uno stipendio mensile di 1000€ e, quindi, inferiore a 1352,19€, allora la NASpI sarà di 750€ al mese, cioè il 75% di 1000€.

Cosa succede se la retribuzione media è superiore al reddito di riferimento dell’INPS? In questo caso la NASpI sarà il 75% del reddito di riferimento, a cui però si dovrà sommare il 25% della differenza tra il reddito medio e quello di riferimento dell’INPS.

Quindi, se il reddito medio è di 2000€, allora la NASpI sarà il 75% di 1352,19€, cioè 1014,14€. A questa somma occorrerà aggiungere il 25% della differenza tra il reddito medio mensile e quello di riferimento dell’INPS, quindi:

2000€ (reddito medio mensile) – 1352,19€ (reddito di riferimento) = 647,81€ (differenza)

Ora occorre calcolare il 25% della differenza, quindi il 25% di 647,81€, cioè 161,96€. Questi  vanno a questo punto sommati al 75% del reddito di riferimento (che erano i 1014,14€ calcolati prima), quindi:

1014,14 + 161,96 = 1176,10 €

Questa è la NASpI che percepirà un lavoratore con un reddito medio mensile di 2000€.

Esistono limiti oltre i quali la NASpI non può andare?

Sì, esiste un limite massimo che nel 2023 è pari a 1470,99€. Infatti, se il calcolo appena fatto (con retribuzioni medie più alte) dovesse restituire una cifra superiore a questo limite, la NASpI sarà comunque di 1470,99€. Inoltre, a partire dal 91° giorno di NASpI, quindi dai tre mesi in poi, la somma si ridurrà ogni mese del 3%. Di conseguenza varrà sempre meno, mese dopo mese e, infine, la NASpi non può essere corrisposta a un lavoratore per più di 24 mesi, quindi non per più di due anni.

La NASpI è tassata?

Sì, la NASpI è soggetta all’Irpef. Invece, i contributi previdenziali sono figurativi. Ciò significa che essi non si devono versare ma vengono comunque conteggiati. In sostanza, nel periodo di NASpI si ottengono i benefici del versare i contributi previdenziali (la futura pensione) ma non si devono davvero versare. Tuttavia, nel caso della NASpI anticipata niente contributi figurativi.

Cos’è la NASpI anticipata?

Esiste la possibilità, se si vuole avviare un’attività autonoma, di ricevere la NASpI in anticipo in un’unica soluzione anziché mese per mese al fine di incentivare, per l’appunto, l’attività autonoma.

Cosa succede se mentre si percepisce la NASpI si trova un lavoro?

Dipende dai casi. Se il rapporto di lavoro durerà più di sei mesi, allora la NASpi decade automaticamente. Se, invece, il rapporto di lavoro durerà meno di sei mesi, allora è necessario comunicare all’INPS per quale periodo si lavora, così facendo la NASpi verrà sospesa o ricalcolata.

Quando si riceve la NASpI bisogna fare la dichiarazione dei redditi?

Dipende anche qui dai casi. Una persona che ha percepito solo la NASpi durante l’anno non dovrà fare nulla. Ma se, invece, nello stesso anno dovesse avere avuto anche altri redditi, allora dovrà fare la dichiarazione dei redditi in quanto i vari redditi si cumulano e va quindi ricalcolata la tassazione Irpef.

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Sasha Rizzo
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Sono nato l’11 novembre del 1996 a Novi Ligure e ho la passione per l’economia fin da ragazzino. Infatti, ho frequentato ragioneria alle superiori e mi sono laureato a Genova in Economia Aziendale per poi specializzarmi in Management con la Magistrale. Oggi, con Lexplain ho unito la passione per l’economia a quella per la divulgazione.
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