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30 Marzo 2024
9:00

Diritto di recesso: cos’è e come funziona il diritto di ripensamento del consumatore

Il diritto di recesso, detto anche diritto di ripensamento, è una forma di tutela riconosciuta dalla legge nei confronti del consumatore che decida di svincolarsi da un contratto nel rispetto del termine fissato, restituendo il bene e ottenendo indietro il prezzo eventualmente pagato.

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Diritto di recesso: cos’è e come funziona il diritto di ripensamento del consumatore
Dottoressa in Giurisprudenza
Diritto di recesso: cos’è e come funziona il diritto di ripensamento del consumatore

Il diritto di recesso, detto anche diritto di ripensamento, è una forma di tutela riconosciuta dalla legge nei confronti del consumatore che decida di svincolarsi da un contratto nel rispetto del termine fissato, restituendo il bene e ottenendo indietro il prezzo eventualmente pagato.

La disciplina del diritto di recesso è demandata al Codice del Consumo, a partire dall’articolo 52 e successivi.

Vediamo in maniera chiara e dettagliata in cosa consiste e quando esercitare il diritto di recesso, quali sono i suoi effetti e alcune particolarità.

Il diritto di recesso nel Codice del Consumo (art. 52)

All’art. 52 del Codice del Consumo, ovvero il Decreto legislativo del 6 settembre 2005, n. 206, viene disciplinato il diritto di recesso.

Si tratta di una particolare forma di tutela riconosciuta nei confronti del consumatore-acquirente, assicurando un lasso di tempo entro cui poter esercitare il proprio diritto di ripensamento e restituire la merce.

Vediamo il testo dell’art. 52 del Codice del Consumo:

1. Fatte salve le eccezioni di cui all’articolo 59, il consumatore dispone di un periodo di quattordici giorni per recedere da un contratto a distanza o negoziato fuori dei locali commerciali senza dover fornire alcuna motivazione e senza dover sostenere costi diversi da quelli previsti all’articolo 56, comma 2, e all’articolo 57.

1-bis. Il periodo di recesso di quattordici giorni di cui al comma 1 è prolungato a trenta giorni, per i contratti conclusi nel contesto di visite non richieste di un professionista presso l'abitazione di un consumatore oppure di escursioni organizzate da un professionista con lo scopo o con l'effetto di promuovere o vendere prodotti ai consumatori. La disposizione di cui al presente comma non si applica ai contratti conclusi nel contesto di visite domiciliari da parte di un professionista, richieste da un consumatore e non organizzate dal medesimo in forma collettiva.
Fatto salvo l'articolo 53, il periodo di recesso di cui al comma 1 del presente articolo termina dopo quattordici giorni, o, nei casi di cui al comma 1-bis, dopo trenta giorni a decorrere:
a) nel caso dei contratti di servizi, dal giorno della conclusione del contratto;
b) nel caso di contratti di vendita, dal giorno in cui il consumatore o un terzo, diverso dal vettore e designato dal consumatore, acquisisce il possesso fisico dei beni o:

1) nel caso di beni multipli ordinati dal consumatore mediante un solo ordine e consegnati separatamente, dal giorno in cui il consumatore o un terzo, diverso dal vettore e designato dal consumatore, acquisisce il possesso fisico dell’ultimo bene;

2) nel caso di consegna di un bene costituito da lotti o pezzi multipli, dal giorno in cui il consumatore o un terzo, diverso dal vettore e designato dal consumatore, acquisisce il possesso fisico dell’ultimo lotto o pezzo;

3) nel caso di contratti per la consegna periodica di beni durante un determinato periodo di tempo, dal giorno in cui il consumatore o un terzo, diverso dal vettore e designato dal consumatore, acquisisce il possesso fisico del primo bene;

c) nel caso di contratti per la fornitura di acqua, gas o elettricità, quando non sono messi in vendita in un volume limitato o in quantità determinata, di teleriscaldamento o di contenuto digitale non fornito su un supporto materiale, dal giorno della conclusione del contratto.
Le parti del contratto possono adempiere ai loro obblighi contrattuali durante il periodo di recesso. Tuttavia, nel caso di contratti negoziati fuori dei locali commerciali, il professionista non può accettare, a titolo di corrispettivo, effetti cambiari che abbiano una scadenza inferiore a quindici giorni dalla conclusione del contratto per i contratti di servizi o dall’acquisizione del possesso fisico dei beni per i contratti di vendita e non può presentarli allo sconto prima di tale termine. 

3-bis. Nel caso di cui al comma 1-bis, il professionista non può accettare, a titolo di corrispettivo, effetti cambiari che abbiano una scadenza inferiore a trentuno giorni dalla conclusione del contratto per i contratti di servizi o all'acquisizione del possesso fisico dei beni per i contratti di vendita e non può presentarli allo sconto prima di tale termine”.

Il diritto di ripensamento, vale a dire il diritto di recesso, è uno dei diritti più importanti conferiti al consumatore e gli assicura la possibilità di liberarsi del contratto di acquisto che abbia concluso senza però dover fornire alcun tipo di giustificazione.

Infatti, sarà bastevole restituire il prodotto acquistato e ricevere così indietro i costi pagati a titolo di rimborso.

Nel caso di acquisti fatti con contratto a distanza (come per gli ordini online su i siti di e-commerce più famosi), il consumatore ha il diritto di ripensarci e recedere entro 14 giorni.

Questo perchè il Codice del Consumo intende proteggere la parte contraente più debole, ovvero il consumatore, in tutte quelle situazioni in cui la distanza e l’impossibilità di osservare dal vivo il prodotto o il servizio possano celare delle caratteristiche (ma anche dei difetti) che altrimenti non avrebbero portato alla conclusione del contratto.

Quando si può esercitare

Il diritto di recesso può essere esercitato in qualunque momento da parte del consumatore, purché sia stato concluso il contratto di acquisto o l’ordine.

Si tratta di un diritto irrinunciabile e inderogabile che può essere esercitato esclusivamente per contratti conclusi:

  • a distanza, è il caso di ordini online, affidandosi ai siti di e-commerce, oppure per telefono con telemarketing;
  • fuori dai locali commerciali, per esempio per strada oppure porta a porta.

Come si esercita il diritto di recesso e quali sono i suoi effetti

Vediamo adesso con quali modalità il consumatore può esercitare il diritto di recesso:

  • presentando una qualunque dichiarazione in cui venga affermato in modo esplicito il ripensamento;
  • compilando il modello All. 1, parte B del Codice del Consumo;
  • compilando e inviando il modulo di recesso messo a disposizione sul sito web dell’esercente.

Come scrivere una lettera per il diritto di recesso? Ecco qui un utile fac-simile.

Gli effetti del diritto di recesso sono di tipo liberatorio, vale a dire che il consumatore-acquirente può svincolarsi da un contratto senza addurre alcuna giustificazione.

Gli obblighi del venditore e del consumatore

Le modalità, i tempi e i diritti esercitabili dal consumatore devono essere comunicate in maniera chiara e trasparente dal venditore: questi ha infatti il dovere di informare il consumatore di tutti i suoi diritti.

Il venditore, una volta ricevuta la lettera o la comunicazione attraverso cui il consumatore eserciti il proprio ripensamento, ha il dovere di provvedere alla restituzione del pagamento ricevuto e, se compresi, anche i costi di consegna.

In ogni caso, il venditore deve adempiere nel più breve tempo possibile o comunque non oltre 14 giorni dalla ricezione della comunicazione.

Il rimborso delle spese deve poi avvenire scegliendo la stessa modalità a mezzo della quale il consumatore aveva provveduto a pagare (art. 56).

Invece, per quanto riguarda il consumatore, questi può esercitare il proprio diritto di ripensamento entro il termine di 14 giorni a decorrere dal momento in cui entri in possesso del prodotto, inviandone apposita comunicazione.

Entro lo stesso termine deve poi provvedere alla restituzione della merce, senza ritardo.

Entro quanto tempo si può recedere?

Di prassi, è possibile esercitare il diritto di recesso entro 14 giorni.

Tale termine può essere prolungato a 30 giorni nel caso di contratti conclusi a seguito di una visita non richiesta svolta dal professionista (es. il venditore porta a porta) oppure di una visita perlustrativa di sopralluogo.

Inoltre, il periodo di ripensamento può essere ulteriormente esteso ove il venditore non abbia adempiuto al suo obbligo di informazione nei confronti del consumatore.

Cosa fare se non viene rispettato il diritto di recesso

Il venditore non può esimersi dall’accogliere il recesso del consumatore, a patto che questo sia avvenuto nel rispetto dei termini richiesti dalla legge.

Nel caso in cui il venditore arbitrariamente scegliesse di non accettare il recesso, il consumatore potrà rivolgersi segnalando all’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato (AGCM) sottoponendo così la questione e ottenere tutela.

Le eccezioni al diritto di recesso

Ai sensi dell’art. 59 del Codice del Consumo vengono disciplinati i casi in cui il diritto di recesso non è esercitabile: si tratta di vere e proprie eccezioni al ripensamento in ragione della natura, delle caratteristiche e dell’utilizzo del bene.

A titolo esemplificativo, ecco alcune eccezioni:

  • beni che rischiano di deteriorarsi o scadere rapidamente;
  • prodotti per l’igiene personale;
  • beni sigillati che, per ragioni di protezione della salute, sono stati aperti al momento della consegna;
  • beni personalizzabili o realizzati su misura.

Diritto di recesso e multiproprietà

La multiproprietà permette di stipulare un contratto con cui pattuire l’uso di una casa vacanze per uno stesso periodo o più settimane in un anno e a turnazione tra gli altri comproprietari.

Il diritto di recesso è uno dei modi per liberarsi della multiproprietà.

L’acquirente nei 14 giorni successivi dalla conclusione del contratto potrà infatti tornare sui suoi passi , senza fornire alcuna spiegazione.

Diritto di recesso e call center

Analogamente a quanto visto sino ad ora, anche nel caso di contratti e servizi telefonici stipulati con un call center è possibile esercitare il diritto di recesso.

L’operatore telefonico è tenuto a informare il consumatore del suo diritto di ripensamento, fornendo tutte le informazioni chiare e comprensibili, affinchè l’interlocutore sia a conoscenza del piano sottoscritto.

Diritto di recesso e vacanza prenotata

Una volta prenotata una vacanza può accadere di trovarsi di fronte a situazioni imprevedibili, inevitabili e straordinarie che facciano tornare indietro sull’idea di partire.

Il diritto di recesso prima dell’inizio del pacchetto di viaggio è disciplinato all’art. 41 del Codice del Turismo e conferisce il diritto di annullare la vacanza prenotata nei casi di salute o familiari, ottenendo la restituzione di quanto pagato.

Ciò è valido solo ed esclusivamente per motivi indipendenti dal viaggiatore e anche senza essere coperto dall’assicurazione.

Diritto di recesso online

E’ sempre più frequente acquistare prodotti online, ovvero su siti di e-commerce e portali in rete, con la consapevolezza di poterli restituire senza costi aggiuntivi.

Il compratore ha infatti diritto a restituire la merce e ottenere indietro le somme esercitando il diritto di recesso, così come visto precedentemente.

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Virginia Sacco
Dottoressa in Giurisprudenza
Laureata in Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Napoli - Federico II, ho seguito le mie passioni specializzandomi prima in Intelligence istituzionale e, successivamente, in Diritto dell'Unione Europea. Nel corso degli anni ho preso parte a eventi, attività e progetti a livello europeo e internazionale, approfondendo i temi della cooperazione giudiziaria e del diritto penale internazionale. Su Lexplain scrivo di diritto con parole semplici e accessibili.
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