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15 Febbraio 2024
12:00

Smart working, niente proroga per i fragili nelle PA e per i privati sarà valido fino a marzo 2024

Lo smart working verso lo stop da parte del DL Milleproproghe, salta la proroga per i fragili nel settore pubblico e per i dipendenti privati sarà valido fino al 31 marzo 2024.

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Smart working, niente proroga per i fragili nelle PA e per i privati sarà valido fino a marzo 2024
Dottoressa in Giurisprudenza
Smart working, niente proroga per i fragili nelle PA e per i privati sarà valido fino a marzo

Il Decreto Milleproroghe 2024 ha disatteso il tentativo di poter mantenere lo smart working, con il risultato di fissare una scadenza nella Pubblica Amministrazione e nel settore privato.

Per il lavoratori cd. super fragili certificati dal medico competente, ovvero affetti da patologie croniche con scarso compenso clinico e con particolare connotazione di gravità, come individuate dal Decreto del Ministero della Salute del 4 febbraio 2022, il diritto di poter usufruire del lavoro agile era già scaduto lo scorso 31 dicembre 2023 a causa dell’assenza delle coperture finanziarie necessarie a sostenere ancora la modalità.

Il tentativo operato dai pentastellati a mezzo del DL Milleproroghe non ha sortito effetti, con il risultato di incassare la mancata proroga dello smart working per i lavoratori fragili i genitori con figli sotto i 14 anni.

Smart working, cosa succede con il Milleproroghe 2024?

L’assenza delle risorse economiche necessarie a mantenere il lavoro agile in Italia hanno creato un divario applicativo non indifferente tra settore pubblico e privato.

Lo smart working è quindi giunto allo stop poichè non è stato prorogato dal Decreto Milleproproghe, ecco tutte le date.

Nel caso dei dipendenti privati, la scadenza fissata è il prossimo 31 marzo 2024 e fino a fine mese resta il diritto al lavoro agile per i genitori con figli under 14 e per i lavoratori in condizioni di salute fragili. Sarà il singolo datore di lavoro privato a fissare le condizioni e le modalità per poter istituire lo smart working.

Diversamente, invece, per i lavoratori della P.A. per cui il termine è già arrivato lo scorso 31 dicembre 2023. Se necessario a sostenere lo stato di salute del dipendente più fragile, tuttavia, sarà compito della Pubblica Amministrazione adottare le condizioni più idonee.

Come tutelare i fragili nella PA

A seguito della cessazione dello stato di emergenza dettata dalla diffusione del Covid-19, la Pubblica Amministrazione ha il compito di intervenire a tutela dei lavoratori fragili, pur senza intervenire con le modalità di lavoro agile.

Sebbene sia arrivato lo stop allo smart working, lo scorso 29 dicembre 2023 tutte le amministrazioni hanno ricevuto la direttiva ad hoc da parte del Ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo.

Superata la contingenza pandemica e raggiunta la consapevolezza del lavoro agile come strumento di flessibilità in grado di rispondere alle esigenze di salute del lavoratore, ma anche agli obiettivi di produttività, “ha fatto ritenere superata l’esigenza di prorogare ulteriormente i termini di legge che stabilivano l’obbligatorietà del lavoro agile” – è quanto si legge dalla direttiva.

Nel ruolo organizzativo di ciascuna organizzazione, il ruolo del dirigente responsabile è anche quello di poter collocare i soggetti più esposti a situazioni rischiose per la salute in prestazioni agili e individuate attraverso specifiche previsioni degli accordi individuali.

Lavoro agile nel privato frutto dei contratti aziendali

Nell’ambito del settore privato, lo smart working rappresenta una modalità di lavoro che consente di conciliare la vita privata con quella professionale, rispondendo così alla filosofia work life balance.

Allo scoccare del 31 marzo 2022, ovvero terminato lo stato di emergenza, le condizioni di salute del dipendente non hanno più potuto godere della garanzia dello smart working, con il risultato di adottarlo in azienda soltanto grazie agli accordi collettivi aziendali che disciplinano le modalità e i giorni per lavorare da remoto.

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Virginia Sacco
Dottoressa in Giurisprudenza
Laureata in Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Napoli - Federico II, ho seguito le mie passioni specializzandomi prima in Intelligence istituzionale e, successivamente, in Diritto dell'Unione Europea. Nel corso degli anni ho preso parte a eventi, attività e progetti a livello europeo e internazionale, approfondendo i temi della cooperazione giudiziaria e del diritto penale internazionale. Su Lexplain scrivo di diritto con parole semplici e accessibili.
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