Il "pezzotto" è un decoder illegale, che permette di accedere ai programmi delle tv a pagamento come Sky, Netflix o Dazn.
Bisogna chiarire sin da subito che utilizzare il pezzotto o trasmettere contenuti pirata con il pezzotto è contro la legge.
Si rischiano sanzioni salate e persino la reclusione.
Il termine "pezzotto" deriva dall'espressione utilizzata nel dialetto napoletano "fare ‘o pezzotto", riferita, spesso, alla pratica illegale della contraffazione dei cd.
Con la legge anti-pezzotto (legge 14 luglio 2023, n. 93) si è inteso porre un serio argine alle condotte illegali e reprimere con sanzioni anche pesanti le violazioni effettuate con l'utilizzo del pezzotto.
Grazie alla piattaforma nazionale Piracy Shield, che gli operatori che forniscono l'accesso (ISP) hanno dovuto rendere operativa entro il 31 gennaio 2024, vengono bloccati i siti che diffondono illecitamente eventi sportivi live.
Vediamo, in dettaglio, cos'è il pezzotto, come funziona la piattaforma e cosa rischia chi trasmette e chi guarda contenuti pirata.
Cos’è il pezzotto e cosa significa fare il pezzotto
Il pezzotto è un decoder illegale con l’utilizzo del quale è possibile visionare programmi che vanno in onda sulle tv a pagamento come Sky, Dazn o Netflix.
Grazie all'utilizzo del sistema IPTV, il segnale dei canali televisivi arriva al decoder pezzotto: il segnale è dunque trasmesso su una rete informatica.
Come funziona il pezzotto
Il pezzotto funziona grazie al sistema IPTV (Internet Protocol Television), che intercetta il segnale trasmesso in streaming, senza cioè l'utilizzo di antenna o satellite e lo trasmette alla tv collegata al pezzotto che altro non è che un decoder.
Il pezzotto, dunque, funziona grazie a un utilizzo illegale che si fa della tecnologia IPTV, poiché si intende guardare, ad esempio, partite di calcio in streaming, senza pagare l'abbonamento come dovuto.
Cosa prevede la nuova legge anti-pezzotto
Per contrastare la pratica illegale dell’utilizzo del pezzotto, è stata approvata la legge 14 luglio 2023, n. 93 recante “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della diffusione illecita di contenuti tutelati dal diritto d'autore mediante le reti di comunicazione elettronica”.
Con la legge in esame è stata conferito, tra l’altro, all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, il potere di ordinare ai prestatori di servizi, compresi i prestatori di accesso alla rete, di disabilitare l'accesso a contenuti diffusi abusivamente attraverso il blocco della risoluzione DNS dei nomi di dominio e il blocco dell'instradamento del traffico di rete verso gli indirizzi IP destinati ad attività illecite.
Vengono inoltre previste una serie di sanzioni sia per chi trasmette contenuti pirata, sia per chi li visiona con l’utilizzo del pezzotto.
Che cos'è il diritto d'autore
Il diritto d'autore ha per oggetto la tutela delle "opere dell'ingegno di carattere creativo che appartengono alla letteratura, alla musica, alle arti figurative, all'architettura, al teatro ed alla cinematografia, qualunque ne sia il modo o la forma di espressione" (art. 1, legge 22 aprile 1941, n. 633).
L'autore ha il diritto esclusivo di pubblicare l'opera, secondo quanto disposto dall'art. 12 della legge n.633/41 e ha altresì il diritto esclusivo di utilizzare economicamente l'opera in ogni forma e modo.
Il diritto di autore gode di una tutela ampia, sia in campo civile che penale.
L'art. 158 stabilisce che chi viene leso nell'esercizio di un diritto di utilizzazione economica a lui spettante può agire in giudizio per ottenere, oltre al risarcimento del danno, che sia distrutto o rimosso lo stato di fatto da cui risulta la violazione.
Sono inoltre dovuti i danni non patrimoniali ai sensi dell'articolo 2059 del codice civile.
Le sanzioni penali sono differenti a seconda della condotta posta in essere.
Ad esempio, è punito con la multa chiunque, senza averne diritto, riproduce, trascrive, recita in pubblico, diffonde, vende o mette in vendita o pone altrimenti in commercio un'opera altrui o ne rivela il contenuto prima che sia reso pubblico. La pena è quella della reclusione fino a un anno se il reato è commesso con l'usurpazione della paternità dell'opera.
Cosa rischia chi trasmette e chi guarda contenuti pirata
Chi trasmette e chi guarda contenuti pirata con l'utilizzo del pezzotto rischia grosso e la novità è che le multe arriveranno in automatico.
Vediamo, prima di tutto, cosa stabilisce la legge n.633/41 all'art. 171- octies.
Viene previsto che: "Qualora il fatto non costituisca più grave reato, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da lire cinque milioni a lire cinquanta milioni chiunque a fini fraudolenti produce, pone in vendita, importa, promuove, installa, modifica, utilizza per uso pubblico e privato apparati o parti di apparati atti alla decodificazione di trasmissioni audiovisive ad accesso condizionato effettuate via etere, via satellite, via cavo, in forma sia analogica sia digitale. Si intendono ad accesso condizionato tutti i segnali audiovisivi trasmessi da emittenti italiane o estere in forma tale da rendere gli stessi visibili esclusivamente a gruppi chiusi di utenti selezionati dal soggetto che effettua l'emissione del segnale, indipendentemente dalla imposizione di un canone per la fruizione di tale servizio.
La pena non è inferiore a due anni di reclusione e la multa a lire trenta milioni se il fatto è di rilevante gravità".
Chi trasmette contenuti pirata, dunque, rischia:
- una multa da 2.582 euro a 25.822 euro;
- la pena della reclusione da 6 mesi a 3 anni.
Vediamo, invece, cosa rischia chi guarda contenuti pirata.
L'art. 174-ter della legge n.633/41 stabilisce che: "Chiunque abusivamente utilizza, anche via etere o via cavo, duplica, mette a disposizione, riproduce, in tutto o in parte, con qualsiasi procedimento, anche avvalendosi di strumenti atti ad eludere le misure tecnologiche di protezione, opere o materiali protetti, oppure acquista o noleggia supporti o servizi audiovisivi, fonografici, informatici o multimediali non conformi alle prescrizioni della presente legge, ovvero attrezzature, prodotti o componenti atti ad eludere misure di protezione tecnologiche è punito, purché il fatto non concorra con i reati di cui agli articoli 171, 171-bis, 171-ter, 171-quater, 171-quinquies, 171-septies e 171-octies, con la sanzione amministrativa pecuniaria di euro 154 e con le sanzioni accessorie della confisca del materiale e della pubblicazione del provvedimento su un giornale quotidiano a diffusione nazionale.
In caso di recidiva o di fatto grave per la quantità delle violazioni o delle copie acquistate o noleggiate o per la quantità di opere o materiali protetti resi potenzialmente accessibili in maniera abusiva attraverso gli strumenti di cui al comma 1, la sanzione amministrativa è aumentata sino ad euro 5.000 ed il fatto è punito con la confisca degli strumenti e del materiale, con la pubblicazione del provvedimento su due o più giornali quotidiani a diffusione nazionale o su uno o più periodici specializzati nel settore dello spettacolo e, se si tratta di attività imprenditoriale, con la revoca della concessione o dell'autorizzazione di diffusione radiotelevisiva o dell'autorizzazione per l'esercizio dell'attività produttiva o commerciale".
Per chi guarda contenuti pirata utilizzando il pezzotto, è prevista:
- una sanzione amministrativa di euro 154;
- che può arrivare fino a 5.000 euro in caso di recidiva o di fatto grave per la quantità delle violazioni o delle copie acquistate o noleggiate o per la quantità di materiali protetti resi accessibili abusivamente.
- viene inoltre prevista la confisca degli strumenti utilizzati per compiere l’attività illecita.
Nell'ultima versione del decreto omnibus ci sono due emendamenti per agire contro il mercato illegale dello streaming e, nella norma rivolta ai "prestatori di servizi di accesso alla rete", si parla di "reclusione fino ad un anno", cioè di un anno di carcere per i soggetti che vengono a conoscenza di condotte penalmente rilevanti e non le denunciano.
Cos'è piracy shield, la piattaforma nazionale anti-pezzotto
Dal 7 dicembre 2023, dopo un periodo di test, la nuova piattaforma anti-pezzotto, ovvero la piracy shield, è stata messa in funzione.
Su questa piattaforma, coloro che detengono i diritto come Sky, Netflix o Dazn, possono caricare i dati relativi alla violazione avvenuta, insieme alle prove di cui dispongono.
Dopo 30 minuti, i siti che trasmettono illegalmente vengono oscurati.
In dettaglio, L'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ordina ai prestatori di servizi di disabilitare l'accesso a contenuti diffusi abusivamente mediante il blocco della risoluzione DNS dei nomi di dominio e il blocco dell'instradamento del traffico di rete verso gli indirizzi IP univocamente destinati ad attività illecite e il blocco di ogni altro futuro nome di dominio, sottodominio o indirizzo IP.
Il provvedimento di disabilitazione è notificato immediatamente dall'Autorità ai prestatori di servizi di accesso alla rete, ai soggetti gestori di motori di ricerca e ai fornitori di servizi della società dell'informazione coinvolti nell'accessibilità del sito web o dei servizi illegali, nonché alla European Union Internet Referral Unit dell'Europol e al soggetto che ha richiesto l'adozione del provvedimento stesso.
I prestatori di servizi di accesso alla rete, i soggetti gestori di motori di ricerca e i fornitori di servizi della società dell'informazione, nel caso in cui siano coinvolti a qualsiasi titolo nell'accessibilità del sito web o dei servizi illegali, devono eseguire il provvedimento dell'Autorità senza indugio e, comunque, entro il termine massimo di trenta minuti dalla notificazione, disabilitando la risoluzione DNS dei nomi di dominio e l'instradamento del traffico di rete verso gli indirizzi IP.
Il funzionamento della piattaforma, come specificato, nel comunicato diffuso dall'AGCOM, è basato su un sistema machine to machine: i titolari accreditati, i quali hanno già ottenuto un provvedimento cautelare per la tutela del diritto protetto, in ipotesi di ulteriori violazioni dello stesso diritto, possono “caricare” le segnalazioni di violazione e le relative prove delle stesse, sulla piattaforma che le indirizza automaticamente agli ISP accreditati i quali provvedono al blocco dell’indirizzo IP e/o dell’FQDN entro i successivi 30 minuti.