Perché la quattordicesima non spetta a tutti i lavoratori, mentre la tredicesima sì

La tredicesima mensilità è stata introdotta nel 1937 ed è obbligatoria dal D.P.R. n. 1070 del 1960 per operai e impiegati. La quattordicesima è una mensilità aggiuntiva, parte della retribuzione, prevista solo da alcuni contratti collettivi. Vediamo perché la quattordicesima non spetta a tutti i lavoratori, mentre la tredicesima sì.

11 Giugno 2024
13:00
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Perché la quattordicesima non spetta a tutti i lavoratori, mentre la tredicesima sì
Direttore editoriale e Consulente del Lavoro
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Per i lavoratori avere una tredicesima mensilità, soprattutto sotto Natale, è una grande boccata di ossigeno. Ma coloro che hanno la quattordicesima nel mese di giugno o luglio, sicuramente possono affrontare il periodo estivo con un piglio diverso. Non tutti i contratti collettivi prevedono però una quattordicesima mensilità tra le mensilità aggiuntive spettanti ai lavoratori.

Esultano i lavoratori del commercio che hanno diritto alla quattordicesima, si disperano invece i metalmeccanici perché hanno diritto solo alla tredicesima.

Come loro, ci sono tanti lavoratori di diversi settori produttivi, alcuni con diritto alla quattordicesima e altri, tanti, con diritto solo alla tredicesima.

Ma perché la quattordicesima non spetta a tutti i lavoratori?

E invece, perché la tredicesima spetta a tutti?

Vediamo quale è il motivo giuridico, storico, economico.

Perché la tredicesima mensilità spetta a tutti

La tredicesima mensilità è stata introdotta nel nostro paese dal contratto collettivo nazionale di lavoro 5 agosto 1937, all'articolo 13, per gli impiegati dell'industria. Quindi all'epoca spettava solo agli impiegati.

In seguito, attraverso l'articolo 17 dell'Accordo interconfederale per l'industria 27 ottobre 1946, il diritto alla "gratifica natalizia" è stato esteso anche agli operai.

Nel 1960, la tredicesima mensilità è diventata un diritto di tutti i lavoratori per legge, quindi non più per contratto collettivo o accordi interconfederali, ma proprio per la legge Italiana.

La tredicesima è diventata un diritto di tutti i lavoratori dipendenti, sia con contratto a tempo indeterminato che con contratto a tempo determinato (ivi compreso part-time, apprendistato, ecc.) con il Decreto del Presidente della Repubblica n. 1070 del 1960.

L'articolo 17 del D.P.R. n. 1070 del 1960 denominato "Gratifica Natalizia e 13a mensilità" stabilisce che:

"Agli operai in servizio alla data di applicazione del presente accordo, la liquidazione della gratifica natalizia sarà effettuata, per ciascun anno e a partire dal 1946, nella misura di 200 ore della retribuzione globale di fatto. Per i cottimisti si farà riferimento al guadagno medio dalle due ultime quindicine o delle quattro ultime settimane. Per gli impiegati la tredicesima mensilità a partire dal 1946 sarà corrisposta sulla base della retribuzione globale mensile di fatto. Nel caso di inizio o di cessazione del rapporto di lavoro nel corso dell'anno saranno corrisposti tanti dodicesimi della gratifica natalizia o della tredicesima mensilità per quanti sono i mesi di servizio prestati presso l'azienda".

Da allora in poi tutti i contratti collettivi nazionali stipulati in Italia prevedono una tredicesima mensilità, una mensilità aggiuntiva a volte chiamata gratifica natalizia. E prevedono che vi siano 26 o 30 o 22 giorni di ferie maturate all'anno pagate sempre con la retribuzione globale mensile di fatto.

La tredicesima mensilità corrisponde ad una gratifica natalizia che matura in base ai mesi di lavoro, dal 1 gennaio al 31 dicembre.

La tredicesima, pur maturando nell’arco dell’anno, è riconosciuta al lavoratore con la mensilità di dicembre, prima del periodo natalizio.

Quindi, la risposta alla curiosità riguardo al diritto alla tredicesima per tutti i lavoratori, è che la tredicesima è un emolumento della retribuzione che è contenuto in leggi italiane, quindi è obbligatoria per tutti i lavoratori.

Perché la quattordicesima spetta solo in alcuni contratti collettivi e settori produttivi

La quattordicesima non è obbligatoria per legge. Vediamo per quale motivo.

Allargando il discorso, la retribuzione è contenuta nell'articolo 36 della Costituzione, che prevede che "Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa".

L'articolo 2099 del codice civile prevede la retribuzione del lavoratore che può essere stabilita a tempo o a cottimo ed è l'obbligazione principale del datore di lavoro nei confronti del prestatore di lavoro. Lo stipendio, la retribuzione erogata in busta paga, il famoso netto in tasca, è quindi la controprestazione obbligatoria del datore di lavoro a fronte della prestazione lavorativa del lavoratore.

Per quantificare la giusta retribuzione spettante al lavoratore, giuridicamente parlando, si fa riferimento alle disposizioni di legge e a quelle contenute nel contratto collettivo applicato al rapporto di lavoro, che definisce l'importo della retribuzione minima spettante al dipendente.

La forma più diffusa di retribuzione è rappresentata dalla retribuzione a tempo, che può essere oraria, giornaliera o mensilizzata. La retribuzione oraria è tipica degli operai, che sono pagati ad ore, la retribuzione mensilizzata o giornaliera è tipica degli impiegati, che sono pagati a stipendio mensile "fisso".

Il contratto collettivo in tutto questo che ruolo ha? Ha un compito importantissimo, perché ai sensi dell'art.36 della Costituzione, le parti sociali, quindi i sindacati datoriali e dei lavoratori che stipulano il CCNL e il relativo rinnovo del CCNL, hanno il compito di disciplinare in un settore la retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro, quindi le parti sociali quando stipulano il contratto collettivo o il rinnovo del CCNL di settore, devono occuparsi di definire le tabelle retributive e la retribuzione globale del lavoratore, generalmente mensile.

Ecco, appunto, i sindacati devono stabilire la retribuzione proporzionata alla quantità (numero di ore) e qualità (livelli di inquadramento) dei lavoratori di quel settore. Ma si tratta della retribuzione nel suo complesso.

La tredicesima è obbligatoriamente inclusa nella retribuzione, la quattordicesima no. 

Questo perché le parti sociali possono decidere di "distribuire" la retribuzione annuale proporzionata alla quantità e qualità del lavoro ai sensi dell'art. 36 della Costituzione, in tredici mensilità, in quattordici mensilità ed anche in quindici o sedici mensilità. Sono obbligati solo a prevedere almeno tredici mensilità.

Ci sono quindi alcuni contratti collettivi prevedono, oltre alla tredicesima, l'erogazione di un'ulteriore mensilità che in genere è denominata "quattordicesima". Ma in alcuni casi viene chiamata anche diversamente.

Differenza tra tredicesima e quattordicesima

La differenza tra la tredicesima e la quattordicesima sta proprio nel fatto che la tredicesima è una retribuzione obbligatoria per legge, mentre la quattordicesima e le altre mensilità aggiuntive, non sono obbligatorie. Intendendo dire che le parti sociali, ossia i sindacati datoriali e dei lavoratori, non sono obbligate a stabilire la retribuzione per forza con l'erogazione della quattordicesima, ma solo della tredicesima.

Ovviamente se nel contratto collettivo è stato introdotto il diritto alla quattordicesima, l'erogazione di questa mensilità diventa obbligatoria per il datore di lavoro. La quattordicesima prevista dal CCNL è parte della retribuzione proporzionata alla qualità e quantità del lavoro di quel settore e quindi del lavoratore.

Il punto in comune tra tredicesima e quattordicesima sta nel fatto che sono entrambe elementi retributivi differiti a maturazione mensile e corresponsione annuale. Detto in altri termini, la tredicesima matura in ratei mensili da gennaio a dicembre di ogni anno, quindi maturazione mensile, ma la sua erogazione avviene in corresponsione annuale, ossia il contratto collettivo prevede che debba essere erogata a dicembre di ogni anno, in un numero di ratei pari ai ratei maturati da gennaio a dicembre dell'anno stesso.

Anche la quattordicesima funziona allo stesso modo, ossia ha una maturazione mensile, da luglio dell'anno precedente a giugno dell'anno in corso ed una corresponsione annuale, nella busta paga di giugno o luglio dell'anno in corso. Corresponsione che anche in questo caso è in un numero di ratei pari ai ratei maturati da luglio dell'anno precedente a giugno dell'anno in corso.

La differenza tra tredicesima e quattordicesima, oltre che nella forza di legge che contraddistingue solo il riconoscimento della tredicesima, sta nel fatto che la maturazione è diversa. E' per anno solare per la tredicesima (gennaio-dicembre) mentre è per anno "contrattuale" per la quattordicesima (luglio anno precedente – giugno anno in corso).

In ogni caso sia per la tredicesima che per la quattordicesima, è la contrattazione collettiva a stabilire l'entità della retribuzione a cui commisurare la tredicesima o la quattordicesima, la maturazione ed il momento in cui va erogata la mensilità aggiuntiva.

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Antonio Barbato
Direttore editoriale e Consulente del Lavoro
Mi occupo di consulenza del lavoro e giornalismo giuslavoristico, previdenziale e fiscale. Iscritto all’Ordine dei Consulenti del Lavoro di Napoli e fondatore di uno studio professionale specializzato nel mondo del web e dell’editoria. Sono tra i soci fondatori e Vice Presidente dell’Associazione giovani Consulenti del Lavoro di Napoli. Tra i primissimi redattori di Fanpage.it, ho ricoperto, sin dalla fondazione del giornale, il ruolo di Responsabile dell’area Lavoro (Job), dal 2011 al 2022. Autore di numerose guide esplicative, dal 2023 ricopro il ruolo di Direttore editoriale di Lexplain, verticale del gruppo Ciaopeople dedicato al mondo della legislazione, del fisco, dell'economia e della finanza.
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