Manovra 2024: elenco misure fiscali, per famiglia, pensioni e aziende

Il Governo Meloni ha annunciato le misure della Manovra 2024, tra la bozza della Legge di Bilancio 2024 e anticipo della Riforma fiscale. Dal taglio del cuneo fiscale all'accorpamento delle prime due aliquote Irpef con aumento della detrazione per lavoro dipendente nel 2024, dal congedo parentale esteso di un ulteriore mes all'asilo nido gratis per donne con due figli, dall'esonero dal versamento dei contributi per madri lavoratrici con due o più figli alla super deduzione al 120% per le assunzioni nel 2024, con incentivi nel Mezzogiorno nelle ZES, dalla rivalutazione delle pensioni anticipata, all'Opzione donna, dalla riduzione del canone Rai al rinnovo dei contratti del pubblico impiego. Vediamo le misure fiscali e previste per per famiglia, pensioni e aziende.

17 Ottobre 2023
6:30
49 condivisioni
Manovra 2024: elenco misure fiscali, per famiglia, pensioni e aziende
Direttore editoriale e Consulente del Lavoro
Immagine

Con il Consiglio dei Ministri n. 54, il Governo Meloni ha annunciato le misure della Manovra di bilancio per l'anno 2024. Si tratta di una Manovra per di poco meno di 24 miliardi, che sono il frutto di quasi 16 miliardi di extragettito e per il resto di tagli di spese.

La Manovra 2024, definita al Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni "molto seria, molto realistica, che non disperde risorse ma le concentra su alcune grandi priorità", contiene misure fiscali, misure per la famiglia, misure per le pensioni, misure riguardanti il rinnovo dei contratti del pubblico impiego e misure per le aziende.

Vediamo le misure annunciate, ma non ancora approvate definitivamente, nei seguenti disegni di legge o decreti legge:

  • DDL BILANCIO 2024 – Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2024 e bilancio pluriennale per il triennio 2024-2026 (disegno di legge) – Bozza della Manovra 2024 o Legge di Bilancio 2024;
  • Documento programmatico di Bilancio 2024;
  • Misure urgenti in materia economica e fiscale, in favore degli enti territoriali, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili (decreto-legge) – Bozza della Manovra fiscale 2024.
Sommario
1

Cuneo fiscale 2024: Esonero contributivo del 6 o 7% confermato e ampliato

Cuneo fiscale 2024: Esonero contributivo del 6 o 7% confermato e ampliato

Nella conferenza stampa post Consiglio dei Ministri n. 54, il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha confermato che la priorità del Governo è quella di "difendere il potere d'acquisto delle famiglie, ovvero più soldi in busta paga per i cittadini con redditi medio-bassi".

Una delle misure previste per l'intero anno 2024, quindi da gennaio a dicembre, è quella del "taglio del cuneo contributivo".

Si tratta della conferma per tutto l'anno e non per metà anno, dell'esonero contributivo del 6 per cento per chi ha redditi fino a 35 mila euro e del 7 per cento per chi ha redditi fino a 25 mila euro. La platea interessata è circa 14 milioni di cittadini lavoratori con un costo per lo Stato di 10 miliardi di euro.

Tecnicamente, si tratta della proroga per tutto il 2024 dell'esonero contributivo, già previsto da luglio 2023 a dicembre 2023 con il Decreto Lavoro.

Nella sostanza, avendo fatto riferimento ai limiti di reddito di 35 mila e 25 mila, le fasce di reddito mensile per il diritto all'esonero contributivo dovrebbero essere le stesse del 2023, ossia:

  • retribuzione mensile imponibile ai fini contributivi non superiore 1.923,00: esonero contributivo del 7%;
  • retribuzione mensile imponibile ai fini contributivi da 1.923,01 e non superiore 2.692,00: esonero contributivo del 6%;
  • retribuzione mensile oltre 2.692 euro: nessun esonero contributivo.

Cosa cambia e perché lo sconto contributivo nel 2024 sale rispetto al 2023. La prima cosa che cambia è l'ammontare annuale dello sconto contributivo che, mentre nel 2023 era del 2% e 3% da gennaio a giugno e del 6% e 7% da luglio a dicembre, per il 2024 è direttamente il 6% e 7% per dodici mesi, quindi superiore.

Non solo, i ratei di tredicesima nel 2023 erano scontati del 2% e 3%, mentre nel 2024 saranno scontati del 6% e 7%.

Se dovessero confermarsi le regole del 2023, i ratei di quattordicesima rientrerebbero nei limiti di 1.923 e 2.692 euro per il diritto all'esonero, con la conseguenza che il "doppio stipendio" di giugno, per i lavoratori che percepiscono sia la mensilità di giugno che la quattordicesima per intero, potrebbe far superare il limite di reddito di 2.692 euro di imponibile previdenziale determinando la perdita dello sconto contributivo del 6% nel mese di giugno 2024.

Nuove aliquote Irpef 2024: imposta lorda al 23% con scaglione unico fino a 28.000 euro

Con la Legge n. 11 del 9 agosto 2023 il Governo ha ricevuto la delega per la riforma fiscale.

In attuazione dell'art. 5, comma 1, lettera a) della legge, il Governo ha iniziato la revisione e graduale riduzione dell'imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef).

Come lo ha fatto? Attraverso delle "Misure urgenti in materia economica e fiscale, in favore degli enti territoriali, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili (decreto-legge)".

In particolare, il Governo sta per modificare l'articolo 11 del TUIR "Determinazione dell'Imposta", che è l'articolo del "Testo unico delle imposte sui redditi (TUIR)", D.P.R. 22 dicembre 1986, n. 917, contenente le Aliquote Irpef per scaglioni di reddito.

La Premier Meloni ha annunciato: "eliminiamo il secondo scaglione e quindi estendiamo il primo, quello che prevede una tassazione al 23% e che oggi è previsto per i redditi fino a 15 mila euro fino a tutto il secondo scaglione. Quindi si paga il 23% fino a 28mila euro di reddito. È una misura che chiaramente serve a rafforzare il taglio del cuneo, che vale ulteriori 4 miliardi e prevede ovviamente un ulteriore beneficio".

Ecco le Aliquote Irpef 2024 e come cambiano rispetto alle Aliquote Irpef 2023:

Scaglione di reddito Aliquota anno 2023 Nuova Aliquota Irpef 2024 Differenza
Da 0 a 15.000 euro 23% 23% Nessuna
Oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro 25% 23% Riduzione del 2%
Oltre 28.000 euro e fino a 50.000 euro 35% 35% Nessuna
Oltre 50.000 euro 43% 43% Nessuna

Nella sostanza, mentre per le fasce di reddito fino a 15.000 euro, non vi è alcuna riduzione dell'imposta Irpef, per lo scaglione di reddito da 15.001 a 28.000 euro vi è una riduzione di imposta lorda del 2%.

Questa disposizione normativa può comportare una minor imposta Irpef lorda da pagare fino a 260 euro (che è il 2% della differenza tra 28 mila e 15 mila euro).

A chi spetta la riduzione dell'aliquota Irpef? L'imposta Irpef si calcola sul reddito complessivo, quindi su tutti i redditi del contribuente, sia per i redditi da lavoro dipendente, che autonomo, che da pensione, che da impresa, che da capitali. Insomma è una riduzione che spetta su qualsiasi reddito concorra al reddito complessivo ai fini Irpef. Quindi spetta a tutti i contribuenti che hanno un reddito imponibile.

No tax area fino a 8.500 euro sia per dipendenti che per pensionati. Con la modifica delle aliquote Irpef la soglia di no tax area prevista per i redditi da lavoro dipendente viene parificata a quella prevista in favore dei pensionati. Si tratta di una esenzione dall'imposta Irpef per redditi fino a 8.500 euro. Non è quindi più di 8.173 euro.

Detrazione lavoro dipendente 2024 aumentata di 75 euro per redditi fino a 15.000 euro

Per i contribuenti con un reddito fino a 15.000 euro come abbiamo visto non vi è alcuna modifica migliorativa dell'aliquota Irpef, che già in precedenza era del 23%.

Il Governo ha previsto un risparmio d'imposta Irpef anche per questa categoria di lavoratori modificando, sempre nel Decreto Legge di riforma fiscale in corso di approvazione, l'articolo 13 del TUIR "Altre Detrazioni", in particolare il comma 1, lettera a) che tratta la detrazione per lavoro dipendente per coloro che hanno un reddito fino a 15 mila euro.

E' previsto un innalzamento della detrazione per lavoro dipendente, se il reddito complessivo non supera 15.000 euro:

  •  da 1.880 euro (anno 2023) a 1.955 euro dall'anno 2024,
  • con un aumento della detrazione per lavoro dipendente di 75 euro.

Riduzione detrazioni fiscali con reddito oltre 50 mila euro: 260 euro in meno

Se per i redditi più bassi, al di sotto dei 15 mila euro, il Governo ha aumentato la detrazione per lavoro dipendente di 75 euro, per i redditi oltre i 50.000 euro, il Governo ha neutralizzato l'effetto positivo della riduzione del 2% dell'aliquota Irpef per lo scaglione di reddito da 15 mila a 28 mila.

I contribuenti in questione avrebbero guadagnato, come abbiamo visto, la cifra di 260 euro come riduzione dell'imposta Irpef.

Ma nel decreto legge di riforma fiscale è previsto una generale riduzione di alcune detrazioni fiscali proprio della cifra di 260 euro, azzerando quindi per tali contribuenti il vantaggio fiscale.

La Premier Meloni ha stabilito che il beneficio per ora "lo sterilizziamo per i redditi più alti, cioè per i redditi che rientrano nella quarta aliquota al di sopra dei 50mila euro; noi sterilizziamo il beneficio con una franchigia sulle detrazioni fiscali". Questo perché "le poche risorse delle quali disponiamo le vogliamo concentrare su chi ha maggiormente bisogno".

Se confermata la bozza del decreto, l'ammontare delle detrazioni fiscali è diminuito di un importo pari a 260 euro per i seguenti oneri:

a) gli oneri la cui detraibilità è fissata nella misura del 19 per cento dal citato testo unico delle imposte sui redditi o da qualsiasi altra disposizione fiscale;
b) le erogazioni liberali a favore delle ONLUS, delle iniziative umanitarie, religiose o laiche di cui all’articolo 15, comma 1.1;
c) le erogazioni liberali in favore dei partiti politici di cui all’articolo 11 del decreto-legge 28 dicembre 2013, n. 149, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 febbraio 2014, n. 13;
d) le erogazioni liberali a favore degli enti del terzo settore di cui all’articolo 83, comma 1, primo e secondo periodo, del decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117;
e) i premi di assicurazione per rischio eventi calamitosi di cui all’articolo 119, comma 4, quinto periodo, del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77.

Nella sostanza se il contribuente ha diritto alle detrazioni del 19%, si pensi alla detrazione per spese mediche, dovrà ridurre il complesso delle detrazioni spettanti, calcolate poi nel modello 730, di 260 euro. E nel caso delle detrazioni per spese sanitarie, tale riduzione di 260 euro si somma alla già presente franchigia di 129,11 euro.

Trattamento integrativo (ex bonus Renzi) confermato nel 2024

Sempre nel decreto legge di riforma fiscale, il Governo ha confermato che la somma a titolo di trattamento integrativo, di cui all’articolo 1, comma 1, primo periodo, del decreto-legge 5 febbraio 2020, n. 3, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 aprile 2020, n. 21, è riconosciuta a favore dei contribuenti con reddito complessivo non superiore a 15.000 euro qualora l'imposta lorda determinata sui redditi di cui agli articoli 49, con esclusione di quelli indicati nel comma 2, lettera a), e 50, comma 1, lettere a), b), c), c-bis), d), h-bis) e l), del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, sia di importo superiore a quello della detrazione spettante ai sensi dell'articolo 13, comma 1, del citato testo unico delle imposte sui redditi diminuita dell’importo di 75 euro rapportato al periodo di lavoro nell'anno.

I lavoratori con reddito fino a 15 mila euro possono quindi percepire fino a 1.200 euro annui di trattamento integrativo anno 2024.

Ed il calcolo tiene conto anche dei 75 euro in più di detrazione per lavoro dipendente nel 2024.

Siccome la no tax area è elevata a 8.500 euro, i contribuenti mantengono il diritto al trattamento integrativo se superano la soglia di 8.500 euro nel 2024. Nell'anno 2023 tale soglia era di 8.174 euro.

E per le partite IVA ed i lavoratori autonomi? vedremo in seguito le misure per aziende e partite IVA.

Manovra 2024: misure per la famiglia

Il Premier Meloni ha dichiarato: "L'altro grande obiettivo sul quale concentriamo le risorse è, come abbiamo già fatto lo scorso anno, la famiglia, con particolare attenzione all'incentivo alla natalità".

Oltre ai provvedimenti dello scorso anno che confermiamo –  ricorderete che lo scorso anno noi abbiamo aumentato l'assegno unico e abbiamo introdotto un'ulteriore mensilità di congedo parentale retribuito all'80% – non confermiamo il taglio dell'IVA sui prodotti per la prima infanzia, perché purtroppo è stato nella stragrande maggioranza dei casi assorbito da aumenti di prezzo e quindi non penso che valga la pena di rinnovare questa misura.

Aggiungiamo tre ulteriori misure per un importo di un ulteriore miliardo di euro".

Quali sono queste misure? Vediamole.

Congedo parentale retribuito al 60% per un ulteriore mese

La premier Meloni: "La prima è che continuiamo a lavorare sul congedo parentale.

Quindi oggi noi abbiamo i cinque mesi di congedo di maternità retribuiti al 100%, lo scorso anno abbiamo aggiunto un mese di congedo parentale utilizzabile dalla madre o dal padre entro i sei anni di vita del bambino retribuito all'80%, con questa Legge di Bilancio aggiungiamo un ulteriore mese utilizzabile fino a sei anni di vita del bambino, utilizzabile dalla madre o dal padre, retribuito al 60%; e poi rimangono gli otto mesi retribuiti al 30% che sono già in vigore per legge. Quindi facciamo un ulteriore passo sul congedo parentale".

Quindi la novità è che dopo il congedo parentale retribuito all'80% vi sarà un ulteriore mese retribuito al 60%, sia per la madre che per il padre.

Secondo figlio: asilo nido gratis

La Premier Meloni annuncia: "Aumentiamo in modo significativo il fondo per gli asili nido: il nostro obiettivo è dire che al secondo figlio l’asilo nido è gratis. Questo è come vogliamo spendere le risorse: sono circa 150-180 milioni di euro che rafforzano il fondo sugli asili nido".

A tal fine nel comunicato stampa viene annunciato che è stato "Rafforzato il bonus asili nido – Si aumenta il fondo per il bonus di oltre 150 milioni di euro".

Decontribuzione delle madri lavoratrici: esonero dal versamento dei contributi a carico lavoratore

Il Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni dichiara: "La misura più significativa, secondo me, di questo miliardo di euro riguarda il tema della decontribuzione delle madri.

Cioè, noi prevediamo che le madri con due figli o più non paghino i contributi a carico del lavoratore.

Voi sapete che i contributi previdenziali vengono pagati un terzo dal lavoratore e due terzi dal datore di lavoro. La quota del lavoratore per le madri che hanno due o tre figli la paga lo Stato, ovviamente con dei limiti.

Il limite è:

  • per le madri con due figli fino a quando il secondo figlio, cioè il più piccolo, ha 10 anni;
  • per le madri con tre o più figli, fino a quando il figlio più piccolo ha 18 anni.

Il concetto che noi vogliamo stabilire è che una donna che mette al mondo almeno due figli, in una realtà nella quale noi abbiamo disperato bisogno di invertire i dati sulla demografia, ha già offerto un importante contributo alla società.

E quindi lo Stato cerca di compensare pagando i contributi previdenziali, facendo una cosa che non solo aiuta anche in termini di riconoscimento pensionistico, ma che aiuta anche a smontare il racconto per il quale favorire la natalità è un disincentivo al lavoro delle donne.

Noi vogliamo dire esattamente il contrario, vogliamo dire che le due cose possono stare perfettamente insieme e che vogliamo incentivare, ovviamente per chi mette al mondo dei figli e nel caso in cui voglia lavorare".

Nel comunicato stampa il Governo precisa ancora sulla durata dell'agevolazione contributiva: "La decontribuzione assume un volto nuovo con riferimento alle donne lavoratrici, prevedendo che la quota dello sgravio sia pari all’intera quota dei contributi a carico delle lavoratrici stesse:

  • per un anno se hanno due figli fino all’età di 10 anni del più piccolo;
  • e permanente per quelle che hanno 3 figli fino ai 18 anni del più piccolo".

Confermati i fringe benefit: 1.000 euro per lavoratori senza figli, 2000 per lavoratori con figli

Sui fringe benefit la Premier Meloni annuncia: "Rendiamo la misura strutturale con delle modifiche: rimane il fringe benefit – che come sapete è l'una tantum che il datore di lavoro può dare al lavoratore – è una misura detassata, la portiamo:

  • per il 2024 a 2.000 euro per i lavoratori con figli,
  • lo portiamo fino a 1.000 euro – attualmente è circa 258 – per tutti gli altri lavoratori".

Quindi se nel 2023, l'articolo 51, comma 3 del TUIR viene nuovamente ampliato.

Se nel 2023 "Non concorre a formare il reddito il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati se complessivamente di importo non superiore nel periodo d'imposta a 258,22 euro" elevato a 3.000 euro e i dipendenti con figli, nell'anno 2024 il limite sarà di 1.000 euro per i lavoratori senza figli e di 2.000 euro per i lavoratori con figli.

Nella sostanza i 3.000 euro sono stati ripartiti tra lavoratori con figli e senza figli, correggendo il tiro su quest'ultimi, che nel 2023 erano "penalizzati" dalla normale esenzione fino a 258,22 euro.

Si ricorda che tale misura riguarda beni ceduti e servizi prestati da parte del datore di lavoro, non si tratta di alcun bonus di 3.000 o 2.000 o 1.000 euro spettante al lavoratore su richiesta, ma solo la libera scelta del datore di lavoro di erogare beni e servizi esentasse al lavoratore nei limiti annuali previsti dalla norma.

E' di fatto un modo per consentire alle parti, datore di lavoro e lavoratore, di combattere i rincari del costo della vita, con un sostegno esentasse disposto dal datore di lavoro. Ma solo se quest'ultimo decide di farlo.

Il comunicato stampa del Governo dichiara: "Confermata la detassazione dei fringe benefit fino a 2 mila euro per i lavoratori con figli a carico e fino a 1.000 euro per tutti gli altri (i benefici potranno essere riconosciuti anche per pagamenti di affitto e mutuo prima casa).

Resta da capire se è confermata la possibilità del rimborso in denaro in busta paga delle bollette di acqua, luce e gas.

Confermata la detassazione dei premi di produttività al 5 per cento

Un'altra misura annunciata nel comunicato stampa è la conferma della detassazione dei premi di risultato al 5%.

Nella sostanza fino a 3.000 euro annui, elevato a 4.000 euro in caso di coinvolgimento paritetico dei lavoratori, è possibile detassare i premi di produttività con una imposta sostitutiva all'Irpef pari alla scontatissima aliquota del 5% a carico del lavoratore.

Sulle cifre a titolo di premio di produttività sono comunque dovuti i contributi previdenziali sia a carico del lavoratore che del datore di lavoro, ma è possibile nel caso di coinvolgimento paritetico dei lavoratori un esonero per i primi 800 euro di premio di risultato detassato.

Il premio può essere convertito in welfare aziendale, se previsto dall'accordo.

Anche questa misura è un facoltà concessa alle parti, datore di lavoro e lavoratori, per definire con un accordo sindacale, degli obiettivi aziendali con riconoscimento da parte del datore di lavoro di premi di produttività. Il Governo fa la sua parte detassando i premi di risultato percepiti dal lavoratore.

Confermata la carta “Dedicata te” nel 2024

Viene confermata la carta “Dedicata a te” anche per il 2024, sempre una misura che serve a combattere l’inflazione particolarmente per le famiglie più fragili.

Lo stanziamento è di 600 milioni di euro per l'anno 2024.

Integrato lo stanziamento dei mutui prima casa nel 2024

Il Governo nel Comunicato Stampa ha dichiarato: "Si integra lo stanziamento dei mutui prima casa di circa 380 milioni di euro per l’anno 2024".

Bonus sociale elettricità anche nel 2024

Il Governo annuncia nel Comunicato Stampa: "Si stanziano risorse per il rifinanziamento del contributo straordinario per il caro energia e il bonus sociale elettricità (200 milioni di euro) per sostenere le fasce più deboli della popolazione nel primo trimestre dell’anno prossimo, il trimestre nel quale i consumi di energia sono più rilevanti".

Manovra 2024: Misure per le pensioni

Vediamo ora le misure pensionistiche annunciate dal Governo Meloni nella Manovra 2024.

Premesso che ai pensionati si applicano le misure legate alla riduzione dell'aliquota Irpef da 15 mila a 28 mila euro di reddito complessivo, pari al 2%, vediamo le principali misure in materia di pensioni.

Rivalutazione delle pensioni: anticipato il conguaglio di perequazione anno 2023

Viene previsto l'anticipo del conguaglio di perequazione anno 2023, ossia al fine di contrastare gli effetti negativi dell’inflazione per l’anno 2023 e sostenere il potere di acquisto delle prestazioni pensionistiche, in via eccezionale, viene anticipato il conguaglio per il calcolo della perequazione delle pensioni.

La rivalutazione delle pensioni in rapporto all'inflazione ha un costo per lo Stato di circa 14 miliardi di euro.

La Premier Meloni: "Sulla rivalutazione delle pensioni, in rapporto al dato inflazionistico, abbiamo lavorato più o meno come avevamo fatto lo scorso anno. Rivalutiamo:

  • al 100% le pensioni fino a 4 volte il minimo,
  • al 90% quelle da 4 a 5 volte il minimo,
  • e poi a scendere man mano che, ovviamente, aumenta l'importo della pensione.

Viene confermata la super-rivalutazione delle pensioni minime per gli over-75″.

Pensioni: via limite minimo pensione pari a 1,5 volte la pensione sociale

Il Premier Meloni: "Una misura che abbiamo introdotto è quella di eliminare il vincolo che prevede che chi è nel contributivo possa andare in pensione una volta raggiunta l'età prevista solo se ha raggiunto un importo pensionistico pari a 1,5 volte la pensione sociale.

Cioè: se l'importo di una pensione, che è frutto di contributi e che quindi è del pensionato, è inferiore a 1,5 volte la pensione sociale, io non ho diritto più ad andare in pensione quando l'età me lo consente, vado in pensione oltre i 70 anni. Secondo noi questa misura non è una misura corretta e abbiamo rimosso questo vincolo".

Revisione Ape sociale, Pensione donna e quota 104

La Premier Meloni: "Aggiungo, sempre sul tema delle pensioni, che Ape Sociale e Pensione Donna vengono sostituiti da un unico fondo per la flessibilità in uscita che consente di:

  • andare in pensione a 63 anni con 36 anni di contributi per i caregiver, per i disoccupati, per i lavori gravosi e per i disabili;
  • e con 35 anni, come prevedeva Opzione Donna, per le donne".

Il Comunicato Stampa del Governo comunica che "Alcune revisioni riguarderanno l’APE: l’innalzamento a 36 anni del requisito contributivo per gli uominirequisiti diversi per le donne e quota 104 con alcune specifiche che tengono conto della necessità di valorizzare chi vuole rimanere al lavoro".

Queste misure saranno contenute nel Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2024 e bilancio pluriennale per il triennio 2024-2026 (disegno di legge) e nel Documento programmatico di bilancio 2024.

Campagna reddituale e recupero prestazioni indebite

Il Comunicato stampa annuncia che il Governo dispone "che il recupero delle prestazioni indebite correlate alla campagna di verifica reddituale dei pensionati relative al periodo d’imposta 2021 e alle verifiche reddituali del personale degli enti di ricerca relative al periodo di imposta 2020 sia avviato entro il 31 dicembre 2024".

Manovra 2024:: Misure per il Pubblico Impiego

Il Governo Meloni annuncia: "Rinnovo contratti P.A. – Cinque miliardi per i rinnovi dei contratti della pubblica amministrazione, a cui si aggiungono circa 2,5 miliardi destinati al personale medico sanitario".

Incremento indennità di vacanza contrattuale a dicembre 2023

Il Comunicato Stampa del Governo annuncia: "Anticipo rinnovo contratti pubblici – Si dispone, per il mese di dicembre 2023, l’incremento, a valere sull’anno 2024, dell’indennità di vacanza contrattuale per il personale con contratto di lavoro a tempo indeterminato, salva l’effettuazione di eventuali successivi conguagli".

Rinnovo contratti pubblico impiego e aumento stipendi con priorità rinnovo comparto difesa e sicurezza

La Premier Meloni: "Sempre rimanendo in tema di sostegno ai salari, un'altra misura che cuba una somma significativa di questa Legge di Bilancio riguarda il tema degli aumenti contrattuali del pubblico impiego.

Ci sono complessivamente oltre 7 miliardi di euro a disposizione del Ministro Zangrillo, particolarmente per gli aumenti contrattuali.

Oltre 2 miliardi di euro riguardano il tema della sanità, 5 miliardi di euro sono per i rimanenti settori, ma io voglio dire con chiarezza e tutto il Governo concorda su questo, che per noi la priorità quest'anno è soprattutto il rinnovo del contratto del comparto sicurezza.

Io penso che non si possa più accettare una realtà nella quale un poliziotto prende di straordinario poco più di 6 euro l'ora, che è meno di quanto prende un collaboratore domestico, e penso che su questo bisogna intervenire".

Rinnovo contratti Sanità e detassazione straordinari e premi di risultato

Continua la Premier Meloni: "Quindi la priorità per noi è il rinnovo del comparto difesa e sicurezza, ma – come dicevo – oltre a questi 5 miliardi ce ne sono 2,3, se non vado errata, sul tema della sanità.

Sulla sanità ci sono 3 miliardi in più rispetto a quanto previsto. Questi 3 miliardi sono destinati tutti a un'unica priorità, che per noi è l'abbattimento delle liste d'attesa. Ed è una priorità che intendiamo perseguire con due misure:

  • il rinnovo, anche qui, del contratto del comparto sanitario;
  • e la detassazione, sia degli straordinari che dei premi di risultato legati a obiettivi di abbattimento delle liste d'attesa. Cioè, tutti i 3 miliardi vanno a concentrarsi su un unico grande obiettivo che è l'abbattimento delle liste d'attesa".

Indennità per i medici e nuove assunzioni di personale sanitario

Nel Comunicato Stampa in materia di Sanità il Governo comunica "Previsto uno stanziamento aggiuntivo pari a 3 miliardi per l’anno 2024 (al quale devono aggiungersi le risorse PNRR e 300 milioni riconosciuti alla Regione Siciliana) e 4,2 miliardi a decorrere dall’anno 2026.

Tra le misure previste, una indennità per medici e altro personale sanitario impegnati nella riduzione dei tempi delle liste di attesa.

Si stanziano risorse pari a 250 milioni di euro per l’anno 2025 e 350 milioni di euro a decorrere dal 2026 per il potenziamento dell’assistenza territoriale anche con riferimento a nuove assunzioni di personale sanitario.

Residenti stranieri: diritto alle prestazioni del SSNL versando 2.000 euro annui

Si legge nel comunicato stampa: "Per i residenti stranieri, cittadini di Paesi non aderenti all’Unione europea, si prevede la possibilità di iscrizione negli elenchi degli aventi diritto alle prestazioni del SSN, versando un contributo di 2.000 euro annui. L’importo del contributo è ridotto per gli stranieri titolari di permesso di soggiorno per motivi di studio o per quelli collocati alla pari".

Fondo Sanitario finanziato con 136 miliardi di euro

La Premier Meloni annuncia una dotazione di 136 miliardi di euro del Fondo Sanitario con una precisazione: "Qui, però, sul tema del Fondo Sanitario mi corre l'obbligo di fare qualche precisazione, perché io nei giorni scorsi ho sentito un po' di tutto, vedo molte polemiche sul fatto che noi avremmo tagliato i fondi alla sanità. Mi corre l'obbligo di segnalare che, con i quasi 136 miliardi di euro che raggiunge quest'anno il Fondo Sanitario Nazionale, noi raggiungiamo il più alto investimento mai previsto per la sanità; cioè noi quest'anno mettiamo – come dicevo – quasi 136 miliardi.

Per capirci, nel 2019, prima che entrasse in vigore il Covid, il Fondo Sanitario ammontava a 115 miliardi di euro, sono 20 miliardi di euro in meno. Negli anni del Covid, il Fondo Sanitario viaggiava tra i 122 e i 127 miliardi di euro, vaccini compresi e quindi mi sembra un po' forte sostenere che con 136 miliardi questo Governo taglia la sanità. Poi, certo, si può fare il giochetto che è stato fatto di dire che scende in rapporto al Prodotto Interno Lordo, perché ci sono stati anni precedenti nei quali il PIL scendeva e adesso fortunatamente sale, e quindi l'incidenza è sicuramente diversa: ma è una buona notizia che il PIL salga e quindi voglio dire che le bugie che ho sentito poi alla fine non corrispondono alla realtà delle cose".

Manovra 2024: Misure per le aziende e partite IVA

Vediamo ora le misure pensate per i titolari di partita IVA e per i datori di lavoro.

Super deduzione costo del lavoro con “Più assumi meno paghi”

Il Premier Meloni: "Dopo di che un’altra misura a cui io tengo molto è l'introduzione del principio “più assumi meno paghi”.

In buona sostanza, introduciamo per le imprese una super deduzione del costo del lavoro per chi assume a tempo indeterminato, pari:

  • al 120% per tutte le assunzioni a tempo indeterminato;
  • arriva fino al 130% per chi assume mamme, under 30, percettori di reddito di cittadinanza e persone con invalidità.

In buona sostanza, anche qui il principio che stiamo cercando di applicare per le aziende è: più è alta l'incidenza di mano d’opera, più alta l’incidenza di dipendenti che si ha in rapporto al fatturato, meno tasse si devono allo Stato".

Quindi riepilogando, per il periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2023 (anno 2024 per i soggetti con esercizio coincidente con l’anno solare), sono stati introdotti incentivi per le nuove assunzioni.

Le agevolazioni sono realizzate attraverso una maggiorazione del costo del lavoro dei nuovi assunti ai fini della determinazione del reddito e spettano:

  • ai titolari di reddito d’impresa (soggetti di cui all’articolo 73 del TUIR);
  • alle imprese individuali, comprese le imprese familiari e le aziende coniugali;
  • alle società di persone ed equiparate ai sensi dell’articolo 5 del TUIR;
  • agli esercenti arti e professioni che svolgono attività di lavoro autonomo ai sensi dell’articolo 54 del TUIR.

Spetta alle attività aperte prima del 2023. L’agevolazione spetta ai soggetti che hanno esercitato l’attività nel periodo d’imposta 2023 per almeno 365 giorni e presuppone che l’impresa si trovi in condizioni di normale operatività.

Sono escluse dall’ambito soggettivo le imprese in liquidazione ordinaria, liquidazione giudiziale (fallimento) o che abbiano fatto ricorso ad altri istituti di risoluzione della crisi di impresa di natura liquidatoria.

Nell’ambito delle nuove assunzioni è prevista una maggiore incentivazione per particolari categorie di dipendenti, pari al 130% invece del 120%, che si ritiene necessitino di ulteriore tutela, quali, tra le altre:

  • lavoratori “molto svantaggiati” ai sensi della normativa europea;
  • persone con disabilità;
  • minori in età lavorativa in situazioni di difficoltà familiare;
  • donne di qualsiasi età con almeno due figli minori;
  • giovani ammessi agli incentivi all’occupazione giovanile;
  • ex percettori del reddito di cittadinanza che non integrino i requisiti per l’accesso all’Assegno di inclusione.

Sulla base di questa decisione, il Governo non ha prorogato alcuni incentivi all'assunzione come l'esonero contributivo giovani e donne, che quindi non sono confermate.

Ma per il SUD ci sono comunque incentivi, vediamoli.

Decontribuzione per assunzioni al SUD nelle ZES

Il Premier Meloni: "Questa misura sostituisce la decontribuzione che era prevista solo per giovani e donne, ma si somma con la decontribuzione per chi assume nel Mezzogiorno che è prevista nel decreto sulla Zona Economica Speciale unica del Mezzogiorno.

Nella Manovra di bilancio ci sono 2 miliardi di euro che servono a coprire la Zona Economica Speciale e il Mezzogiorno, che è una norma che consente in tutto il Mezzogiorno di avere importanti crediti d'imposta e anche norme sulla decontribuzione: i contorni lì sono ancora da definire, perché dipende dalla decisione che la Commissione europea porterà avanti sul temporary framework, ma in questo caso nel Mezzogiorno l'impatto sarà ancora più significativo".

Credito d'imposta per acquisto beni strumentali nel Mezzogiorno

Per le imprese e per sostenere gli investimenti privati sarà previsto un credito d’imposta per l’acquisizione dei beni strumentali destinati a strutture produttive ubicate nel Mezzogiorno.

Regime forfettario al 15% confermato per tre anni (fino al 2026)

Il Premier Meloni: "L'ultima cosa riguarda il tema del lavoro autonomo, perché anche qui abbiamo iniziato un lavoro importante lo scorso anno, particolarmente sulla tassa piatta, sull'aumento dell'importo per la tassa piatta al 15% per i lavoratori autonomi. Viene ovviamente confermata questa misura".

Indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa confermata per 3 anni (fino al 2026)

La Premier Meloni annuncia: "Viene prorogata per altri tre anni una norma che io considero molto importante, l'indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa che di fatto è un equivalente, una sorta di cassa integrazione anche per i lavoratori autonomi e quindi risponde al principio che un lavoratore è un lavoratore e va tutelato indipendentemente dal tipo di contratto o di mansione che svolge, e abbiamo anche ampliato il reddito previsto per poter usufruire di questo ammortizzatore sociale".

Secondo acconto Irpef in cinque rate con interessi

La Premier Meloni: "Per la prima volta, quest'anno i lavoratori autonomi non dovranno pagare l'anticipo dell'IRPEF tutto insieme a novembre ma potranno, se vorranno, rateizzarlo in cinque rate da gennaio fino a giugno 2024.

Il Comunicato stampa parla di "Rinvio del versamento della seconda rata di acconto delle imposte dirette". E dettaglia: "Si prevede, solo per il 2023 per le persone fisiche titolari di partita IVA che nel periodo d’imposta precedente dichiarano ricavi o compensi di ammontare non superiore a 170 mila euro, il versamento del secondo acconto delle imposte sui redditi, con esclusione dei contributi previdenziali, entro il 16 gennaio dell’anno successivo a quello di riferimento, senza interessi.

Il versamento può essere dilazionato fino a 5 rate mensili, da gennaio a maggio, con scadenza il giorno 16 di ciascun mese, con applicazione, in tal caso, degli interessi, a partire dalla seconda rata".

Riversamento credito d'imposta per attività di ricerca e sviluppo

Il Comunicato stampa del Governo annuncia "Disposizioni urgenti in tema di procedure di riversamento del credito d’imposta per attività di ricerca e sviluppo":

"Si proroga al 30 giugno 2024 il termine entro cui le imprese possono aderire alla procedura per il riversamento, senza l’applicazione di interessi e sanzioni, del credito d’imposta per attività di ricerca e sviluppo maturato in uno o più periodi di imposta a decorrere da quello successivo a quello in corso al 31 dicembre 2014 e fino a quello in corso al 31 dicembre 2019 e utilizzato indebitamente in compensazione alla data del 22 ottobre 2021.

Inoltre, si proroga di un anno il termine di decadenza per l’emissione degli atti impositivi da parte dell’Agenzia delle entrate per i crediti interessati dalla regolarizzazione e utilizzati negli anni 2016 e 2017".

Rinvio della plastic e sugar tax al 1 luglio 2024

Sempre il comunicato stampa annuncia che per le imprese è stata "Rinviata fino al 1° luglio 2024 l’entrata in vigore della plastic e sugar tax".

Nuova Sabatini 2024

Riguardo gli investimenti produttivi delle micro, piccole e medie imprese, il comunicato stampa annuncia sulla Nuova Sabatini 2024: "Si autorizza la spesa di 50 milioni di euro per l’anno 2023 al fine di assicurare continuità alle misure di sostegno agli investimenti produttivi delle micro, piccole e medie imprese (acquisto di nuovi macchinari, impianti e attrezzature)".

Canone Rai ridotto a 70 euro

Nel DDL BILANCIO 2024, ossia il Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2024 e bilancio pluriennale per il triennio 2024-2026 (disegno di legge) viene stabilito che diminuisce il canone Rai, da 90 a 70 euro all’anno.

Alla riduzione corrisponde un’integrazione del finanziamento della Rai per le spese relative agli investimenti.

La dotazione complessiva subisce, quindi, una lieve modifica in linea con i tagli previsti per i ministeri (da 440 a 420 milioni).

Ponte sullo Stretto di Messina: avvio dei lavori

Riguardo alle infrastrutture e autonomie, la Manovra 2024 assicura le risorse necessarie per avviare i lavori di costruzione del ponte sullo Stretto di Messina e diversi investimenti a vantaggio delle Regioni (50 milioni), enti territoriali (per la progettazione 100 milioni) e amministrazioni centrali (circa 27 miliardi nel periodo 2024-2038).

Avatar utente
Antonio Barbato
Direttore editoriale e Consulente del Lavoro
Mi occupo di consulenza del lavoro e giornalismo giuslavoristico, previdenziale e fiscale. Iscritto all’Ordine dei Consulenti del Lavoro di Napoli e fondatore di uno studio professionale specializzato nel mondo del web e dell’editoria. Sono tra i soci fondatori e Vice Presidente dell’Associazione giovani Consulenti del Lavoro di Napoli. Tra i primissimi redattori di Fanpage.it, ho ricoperto, sin dalla fondazione del giornale, il ruolo di Responsabile dell’area Lavoro (Job), dal 2011 al 2022. Autore di numerose guide esplicative, dal 2023 ricopro il ruolo di Direttore editoriale di Lexplain, verticale del gruppo Ciaopeople dedicato al mondo della legislazione, del fisco, dell'economia e della finanza.
Sfondo autopromo
Segui Lexplain sui canali social
api url views