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17 Ottobre 2023
16:35

Riforma della fiscalità internazionale tra le misure della Manovra 2024

La Manovra 2024 di cui al Consiglio dei Ministri n. 54 dà il via alla riforma fiscale della fiscalità internazionale. L'attuazione interesserà la residenza fiscale, intervenendo così sul domicilio delle persone fisiche, ma anche lavoratori impatriati, aiuti di Stato e reshoring delle aziende.

Riforma della fiscalità internazionale tra le misure della Manovra 2024
Dottoressa in Giurisprudenza
Riforma fiscale della fiscalità internazionale tra le misure della Manovra 2024

Il Consiglio dei Ministri n. 54 riunitosi lunedì 16 ottobre 2023 ha annunciato l’avvio di una nuova fase legislativa attraverso l’esame preliminare di un decreto legislativo in tema di fiscalità internazionale e attuazione della riforma fiscale.

Su proposta di Giancarlo Giorgetti, Ministro dell’Economia e delle Finanze del Governo Meloni, le novità di fiscalità internazionale introdurranno nuove norme in tema di residenza fiscale, reshoring di aziende, imposizione minima globale.

Vediamo insieme in cosa consiste l’esame preliminare del decreto legislativo in attuazione della riforma fiscale in materia di fiscalità internazionale.

Residenza fiscale

La Manovra fiscale 2024 interviene sulla residenza fiscale, ovvero sostituendo il criterio del domicilio per le persone fisiche.

Il domicilio infatti è il luogo presso cui si svolgono in maniera principale e continuata le relazioni familiari e personali, sommandosi alla presenza fisica della persona sul territorio italiano.

Per il periodo di imposta, dovrà essere verificato il domicilio della persona fisica, anche in riferimento a quei periodi non consecutivi e, ai fini del computo dei giorni, verranno presi in considerazioni anche le frazioni di giorno.

Per quanto riguarda il criterio civilistico della residenza, viene eliminato il riferimento al cd. “oggetto principale” delle persone fisiche, volendo così risolvere le controversie sorte per la doppia imposizione.

Società ed enti ricondurranno la propria residenza sulla base di 3 criteri alternativi, ovvero:

  • individuazione della sede legale, avente carattere formale, si pone in linea di continuità con la normativa in vigore prima della riforma;
  • identificazione della sede di direzione effettiva e quella di gestione ordinaria in via principale, si riferiscono al luogo indicato per le scelte di indirizzo strategico e le attività concretamente svolte nella gestione della società oppure dell’ente.

Lavoratori impatriati

Il Consiglio dei Ministri n. 54 prevede una riduzione significativa a favore dei lavoratori dipendenti e autonomi che intendano trasferire la propria residenza fiscale in Italia.

La riforma fiscale getta le basi per una riduzione della tassazione del 50% a partire dal 2024, attraverso il riconoscimento di un regime agevolato per un massimo di 5 anni.

La riduzione verrà riconosciuta ai lavoratori di elevata qualificazione o specializzazione che non risultino essere già residenti in Italia nell’arco dei tre periodi di imposta precedenti alla residenza ed entro un limite di reddito agevolabile pari a 600.000 euro.

Rilocalizzazione delle aziende e aiuti di Stato

Sempre in tema di promozione del territorio italiano, la Manovra fiscale 2024 mira al reshoring delle attività economiche garantendo un incentivo fiscale di non concorrenza della base imponibile ai fini delle imposte sui redditi e del valore della produzione ai fini dell’IRAP del 50% del reddito imponibile e dovuto dalle attività di impresa e dall’esercizio di professioni in forma associata svolte precedentemente in un Paese estero (non UE o SEE) e poi trasferite in Italia.

Tra le agevolazioni imponibili, non vengono tuttavia ricomprese le attività svolte nel territorio dello Stato italiano nei 24 mesi precedenti al trasferimento e ciò con l’intento di evitare di agevolare realtà produttive che abbiano scelto di dislocare e poi riavvicinarsi in Italia.

Infine, tra gli aiuti di Stato vengono introdotte nuove norme in linea con la politica di incentivi fiscali che, compatibili con la disciplina europea, semplifichino le agevolazioni fiscali per il Mezzogiorno e il suo sviluppo economico.

Global minimum tax

Recependo la Direttiva UE n 2022/2523, viene seguito l’approccio internazionale di cui alla guida tecnica OCSE – Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico e intesa ad assicurare un livello minimo globale di imposizione fiscale, tra cui:

  • regime sanzionatorio per la violazione degli adempimenti in tema di imposizione minima dei gruppi multinazionali e nazionali delle imprese;
  • regime sanzionatorio effettivo e dissuasivo per la violazione degli adempimenti informativi;
  • imposta minima nazionale per le imprese che, localizzate in Italia, siano soggette ad una bassa imposizione e appartengano a gruppi multinazionali o nazionali.

Tra le novità di cui alla Direttiva, spicca anche il cd. Pillar 2 (ovvero, il secondo pilastro) oggetto del G20/OCSE che intende fissare una tassazione minima effettiva delle multinazionali a livello globale: si parla di global minimum tax.

La global minimum tax mira a garantire un livello equo di concorrenza tra imprese a livello globale, ponendo un freno al ribasso delle aliquote, con l’intento di promuovere le decisioni di investimento e localizzazione delle attività di impresa.

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Virginia Sacco
Dottoressa in Giurisprudenza
Laureata in Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Napoli - Federico II, ho seguito le mie passioni specializzandomi prima in Intelligence istituzionale e, successivamente, in Diritto dell'Unione Europea. Nel corso degli anni ho preso parte a eventi, attività e progetti a livello europeo e internazionale, approfondendo i temi della cooperazione giudiziaria e del diritto penale internazionale. Su Lexplain scrivo di diritto con parole semplici e accessibili.
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