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17 Aprile 2024
15:00

Il Documento di Economia e Finanza (DEF) cos’è e come funziona?

Il DEF indica le modalità e le tempistiche attraverso le quali l’Italia intende conseguire il risanamento strutturale dei conti pubblici e perseguire gli obiettivi in materia di occupazione, innovazione, istruzione, integrazione sociale, energia e sostenibilità ambientale definiti nell’ambito dell’Unione europea come vedremo a breve più nel dettaglio.

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Il Documento di Economia e Finanza (DEF) cos’è e come funziona?
Avvocato - Comitato Diritto Lexplain
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Ultimamente si sente molto parlare in ambito economico del Documento di economia e finanza, ma cos’è questo DEF e come funziona?

Il Documento di economia e finanza (DEF) costituisce il principale documento di programmazione della politica economica nazionale, che traccia, in una prospettiva di medio-lungo termine, gli impegni, sul piano del consolidamento delle finanze pubbliche, e gli indirizzi, sul versante delle diverse politiche pubbliche, adottati dall’Italia per il rispetto del Patto di Stabilità e Crescita europeo e il conseguimento degli obiettivi di crescita intelligente, sostenibile e solidale definiti nella Strategia Europa 2020.

Il Documento di economia e finanza cos’è?

In un'economia caratterizzata da rapidi e continui cambiamenti come quella cui siamo abituati al giorno d’oggi, il DEF (Documento di Economia e Finanza) ha acquisito col tempo un ruolo centrale nel bilancio dello stato.
Esso infatti evidenzia in maniera dettagliata la direzione politica economica che il paese intende affrontare per un certo periodo di tempo.

Il ruolo di informazione svolto da questo tipo di documento programmatico è sia nazionale che europeo-internazionale.

Il Def viene presentato dal Governo al parlamento entro il 10 aprile per le conseguenti deliberazioni parlamentari e, successivamente, entro il 27 settembre viene depositata la NADEF ovvero la Nota di Aggiornamento al DEF.

Nel nostro ordinamento in particolare all’interno delle materie riguardanti la Contabilità di Stato, il Documento di Economia e Finanza o DEF, chiamato originariamente Documento di programmazione (in quanto indica il programma di spese e di entrate dei bilanci delle pubbliche amministrazioni), economica finanziaria o DPEF, si inquadra al centro del nuovo processo di coordinamento ex ante delle politiche economiche degli Stati membri dell’UE – il cd. Semestre europeo.

Composto da tre sezioni e presentato alle Camere dal Governo, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze il DEF sostituisce la Decisione di Finanza Pubblica che, a sua volta, aveva sostituito il Documento di programmazione economico finanziaria di cui all’art. 3 legge n°468 del 1978.

Rispetto al documento originario il DEF introduce alcune importanti novità riguardanti un coordinamento più efficace tra tutti i livelli di governo  della finanza pubblica (centrali e locali) e la maggiore attenzione riservata al conto economico delle amministrazioni pubbliche ai fini dell’individuazione degli obiettivi programmatici ed estende il suo contenuto anche agli schemi di Programma di Stabilità e Programma nazionale di riforma.

Così facendo viene raggiunto un duplice obiettivo, da un lato, vengono recepite nell’ordinamento contabile nazionale le procedure di coordinamento e controllo ex ante delle politiche economiche elaborate dall’unione Europea(cd. semestre europeo) e dall’altro il Parlamento viene coinvolto nell’esame preventivo degli schemi di entrambi i citati documenti che saranno poi presentati al Consiglio dell’Unione Europea e della Commissione nei termini e con le modalità previste dal Codice di condotta sull’attuazione del Patto di stabilità e crescita.

Prima sezione del DEF

La prima sezione individua lo schema del Programma di stabilità, con l’indicazione degli elementi e delle informazioni richieste dai regolamenti dell'Unione europea e, in particolare, dal nuovo Codice di condotta sull'attuazione del patto di stabilità e crescita, con specifico riferimento agli obiettivi di politica economica da conseguire per accelerare la riduzione del debito pubblico.

Per essere precisi la prima sezione del DEF, elaborata dal dipartimento del Tesoro, indica:

  • il quadro macroeconomico tendenziale e gli obiettivi di politica economica;
  • le previsioni dei principali aggregati del conto delle amministrazioni pubbliche a legislazione vigente;gli obiettivi programmatici per i saldi di bilancio e il debito pubblico nonché le misure per il loro conseguimento;
  • le previsioni di finanza pubblica di lungo periodo e gli interventi per la sua sostenibilità.

Seconda sezione del DEF

Questa sezione, a cura della Ragioneria generale dello Stato, contiene gli obiettivi e il quadro delle previsioni economiche e di finanza pubblica almeno per il triennio successivo; l’indicazione degli obiettivi programmatici per l'indebitamento netto, per il saldo di cassa e per il debito delle PA, articolati per i sottosettori della PA, accompagnata anche da un'indicazione di massima delle misure attraverso le quali si prevede di raggiungere gli obiettivi.

La sezione deve, inoltre, contenere le previsioni di finanza pubblica di lungo periodo e gli interventi che si intende adottare per garantire la sostenibilità, nonché le diverse ipotesi di evoluzione dell'indebitamento netto e del debito rispetto a scenari di previsione alternativi riferiti al tasso di crescita del prodotto interno lordo, della struttura dei tassi di interesse e del saldo primario.

Sono indicate, poi, le regole generali sull’evoluzione della spesa delle amministrazioni pubbliche, in linea con l’esigenza, evidenziata dall’Unione Europea, di individuare forme efficaci di controllo dell’andamento della spesa pubblica, anche attraverso la fissazione di tetti di spesa.

Terza sezione del DEF

La terza sezione curata congiuntamente dal dipartimento del Tesoro e dalla Ragioneria generale dello Stato, contiene, infine, lo schema del Programma Nazionale di riforma (PNR), ovvero il documento che, anche attraverso l’indicazione degli obiettivi da perseguire e dei risultati raggiunti, dovrebbe assicurare la coerenza tra le strategie di riforma e le politiche di bilancio.

In coerenza con il Programma di Stabilità, con la terza sezione del DEF vengono definiti gli interventi da adottare per il raggiungimento degli obiettivi nazionali di crescita, produttività, occupazione e sostenibilità delineati dalla nuova Strategia “Europa 2020”.

In tale ambito sono indicati:

  • lo stato di avanzamento delle riforme avviate, con indicazione dell'eventuale scostamento tra i risultati previsti e quelli conseguiti;
  • gli squilibri macroeconomici nazionali e i fattori di natura macroeconomica che incidono sulla competitività;
  • le priorità del Paese, con le principali riforme da attuare, i tempi previsti per la loro attuazione e la compatibilità con gli obiettivi programmatici indicati nel Programma di stabilità;
  • i prevedibili effetti delle riforme proposte in termini di crescita dell'economia, di rafforzamento della competitività del sistema economico e di aumento dell'occupazione.

In allegato al DEF – ovvero alla Nota di aggiornamento del medesimo da presentare ogni anno entro il 20 settembre – sono indicati gli eventuali disegni di legge collegati alla manovra di finanza pubblica, da presentarsi alle Camere entro il mese di gennaio di ogni anno.

In base alla legge di contabilità nazionale, in allegato al DEF sono riportate una serie di informazioni supplementari:

a)  una relazione di sintesi sugli interventi realizzati nelle aree sottoutilizzate e sui risultati conseguiti, in cui è evidenziato il contributo dei fondi nazionali addizionali, con particolare riguardo alla coesione sociale, alla sostenibilità ambientale, nonché alla ripartizione territoriale degli interventi;

b)  il Programma delle infrastrutture strategiche previsto dalla legge obiettivo, nonché lo stato di avanzamento del medesimo programma relativo all'anno precedente, predisposto dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti;

c)  un documento, predisposto dal Ministro dell'ambiente, relativo allo stato di attuazione degli impegni per la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra derivanti dagli obblighi internazionali assunti dall'Italia in sede europea e internazionale, e sui relativi indirizzi;

d)  un documento recante l’esposizione, con riferimento agli ultimi dati di consuntivo disponibili, delle risorse del bilancio dello Stato destinate alle singole regioni, con separata evidenza delle categorie economiche relative ai trasferimenti correnti e in conto capitale agli enti locali e alle province autonome di Trento e di Bolzano;

e)  il rapporto sullo stato di attuazione della legge di contabilità e finanza pubblica e sullo stato di attuazione delle norme finalizzate all’armonizzazione delle regole contabili degli enti territoriali, prevista dalla legge di attuazione del federalismo fiscale;

f) un documento in cui sono riportati l’andamento, nell’ultimo triennio, degli indicatori di benessere equo e sostenibile nonchè le previsioni di evoluzione degli stessi.

E’ previsto, infine, che entro il 10 aprile dell’anno successivo a quello di riferimento il Ministro dello sviluppo economico presenti alle Camere, in allegato al DEF, una relazione di sintesi sugli interventi realizzati nelle aree sottoutilizzate e sui risultati conseguiti, con particolare riguardo alla coesione sociale, alla sostenibilità ambientale e alla ripartizione territoriale degli interventi.

La nota di aggiornamento al DEF

Ma cos’è la “NADEF”?

La Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza, è un documento che, oltre all’eventuale aggiornamento delle previsioni economiche e di finanza pubblica, permette di aggiornare gli obiettivi programmatici, in considerazione delle eventuali raccomandazioni approvate dal Consiglio dell’Unione europea sul Programma di stabilità e crescita e sul Programma nazionale di riforma.

La nota contiene inoltre l’obiettivo del saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato e del saldo di cassa del settore statale.

La NADEF, viene presentata al Parlamento dal Governo, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze ai fini delle conseguenti deliberazioni entro il 27 settembre di ogni anno secondo quanto disciplinato dall’art. 10 Bis della legge n. 196 del 2009.

Gli obiettivi programmatici, essendo la materia economica in continua evoluzione, possono essere aggiornati anche in corso d’anno, ed anche e soprattutto quando si verifichino eventi eccezionali nonché in presenza di scostamenti rilevanti degli andamenti di finanza pubblica rispetto agli obiettivi previsti, tali da rendere indispensabile l’adozione di interventi di natura correttiva.

In tali casi il Governo trasmette al Parlamento una relazione in cui sono indicate le ragioni dell’aggiornamento o degli scostamenti e gli interventi correttivi che si intende adottare.

Da quanto appena detto è evidente che la Nota di aggiornamento al DEF non si limita ad indicare eventuali interventi correttivi in presenza di scostamenti dagli obiettivi programmati, ma concorre alla definizione degli indirizzi generali della manovra di finanza pubblica attraverso l’individuazione degli elementi essenziali quali il saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato, il Saldo di cassa del settore statale, gli eventuali aggiornamenti degli obblghi degli enti territoriali in materia di equilibrio di bilanci ecc.

Da qui nasce il carattere obbligatorio e non più facoltativo di questo documento di programmazione.

Concludiamo riassumendo in pochi punti quali sono gli elementi che la Nota deve contenere:

  • l’eventuale aggiornamento degli obiettivi programmatici indicati nel DEF e delle previsioni macroeconomiche e di finanza pubblica per l’anno in corso e per il restante periodo di riferimento;
  • gli obiettivi di valore assoluto del saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato e del saldo di cassa del settore statale;
  • le osservazioni, modifiche ed integrazioni del DEF in relazione alle raccomandazioni del Consiglio dell’Unione europea relative al Programma di stabilità nonchè al Programma nazionale di riforma;
  • l’indicazione dei principali ambiti di intervento della manovra di finanza pubblica per il triennio successivo, con una sintetica illustrazione degli effetti finanziari attesi dalla manovra in termini di entrata e di spesa al fine del raggiungimento degli obiettivi programmatici.

Infine in allegato alla Nota di aggiornamento sono indicati gli eventuali disegni di legge collegati.

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Marco D'Amico
Avvocato - Comitato Diritto Lexplain
Mi sono laureato all'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli con una tesi in diritto amministrativo, materia nella quale mi sono poi specializzato. Collaboro dal 2009 con Aldo Sandulli, professore ordinario di diritto amministrativo presso l’Università Luiss Guido Carli. Sono Cultore della materia in diritto amministrativo presso l’università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Nel 2010 ho partecipato alla costituzione della Rivista Giuridica MUNUS, sui Servizi Pubblici, fondata dai professori Aldo Sandulli e Giacinto della Cananea. Nel 2022 ho conseguito un master in Diritto Pubblico Europeo presso l’European Public and Law Organizzation e nel 2023 un master in Diritto Impresa e Sicurezza Agroalimentare con una tesi sulla tutela dei prodotti agroalimentari e del marchio “Made in Italy”presso l’Università di Modena e Reggio Emilia.
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