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8 Agosto 2023
13:00

Articolo 1 Legge 241/90 sul procedimento amministrativo

L'articolo 1 della Legge n. 241/90 sul procedimento amministrativo introduce i principi generali ai quali la Pubblica Amministrazione dovrà attenersi durante tutta la fase procedimentale. Dai principi di economicità, efficacia, imparzialità ai principi di pubblicità e trasparenza, vediamo normativa e spiegazione.

Articolo 1 Legge 241/90 sul procedimento amministrativo
Avvocato - Comitato Diritto Lexplain
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L'art. 1 della Legge n. 241/1990 stabilisce i principi fondanti della Legge sul procedimento amministrativo. Il Capo I della Legge pubblicata il 18 agosto del 1990, infatti, è dedicato ai principi fondanti dell'azione amministrativa ed è composto da tre articoli, più uno bis.

Andiamo a vedere qui di seguito quali sono i principi, indicati dall'articolo 1 della Legge sul procedimento amministrativo, in base ai quali la Pubblica Amministrazione (P.A.) deve attenersi durante lo svolgimento delle proprie funzioni.

A cosa serve la Legge sul procedimento amministrativo

La prima cosa da sapere è che l'attività amministrativa non si distingue da quella di qualsiasi altro soggetto di diritto. Ossia, anche l'attività amministrativa esercitata da una Pubblica Amministrazione influisce nella sfera giuridica soggettiva delle persone.

Le Pubbliche Amministrazioni, infatti, pongono in essere sia "dichiarazioni di volontà" (come ad esempio i provvedimenti amministrativi o i contratti) sia operazioni materiali (come ad esempio la demolizione di un fabbricato).

Il carattere più vistoso dell'attività amministrativa è, quindi, la procedimentalizzazione, ossia una attività ordinata in sequenze disciplinate all'interno della L.241 del 1990 e delle sue successive modifiche. Ossia il funzionario pubblico deve seguire dei processi già predeterminati dalla legge.

L'articolazione dell'attività amministrativa in procedimenti persegue, quindi, diversi scopi tra cui:

  • dare ordine all'attività amministrativa;
  • definire il ruolo dei singoli uffici;
  • consentire ai soggetti privati di far valere il proprio punto di vista e tutelare il proprio interesse.

Il fenomeno della procedimentalizzazione riguarda tendenzialmente tutta l'attività amministrativa e non a caso l'articolo 1 della Legge sul procedimento amministrativo,  di cui parleremo a breve, fa riferimento, in generale ai principi dell'attività amministrativa.

Ma vediamo il testo ufficiale dell'art. 1 della Legge sul procedimento amministrativo.

Art. 1 Legge n. 241/1990: normativa aggiornata

Il Capo I della Legge sul procedimento amministrativo (Legge n. 241 del 18 agosto 1990) contiene i "Principi" disciplinati agli artt. 1 a 3-bis.

Ecco il testo ufficiale ed aggiornato dell'art. 1 L. n. 241/1990:

"Art. 1 Legge n. 241/1990 – Principi generali dell’attività amministrativa

Comma 1. L’attività amministrativa persegue i fini determinati dalla legge ed è retta da criteri di economicità, di efficacia, di imparzialità, di pubblicità e di trasparenza secondo le modalità previste dalla presente legge e dalle altre disposizioni che disciplinano singoli procedimenti, nonché dai princìpi dell’ordinamento comunitario

Comma 1-bis. La pubblica amministrazione, nell’adozione di atti di natura non autoritativa, agisce secondo le norme di diritto privato salvo che la legge disponga diversamente. 

Comma 1-ter. I soggetti privati preposti all’esercizio di attività amministrative assicurano il rispetto dei criteri e dei princìpi di cui al comma 1, con un livello di garanzia non inferiore a quello cui sono tenute le pubbliche amministrazioni in forza delle disposizioni di cui alla presente legge. 

Comma 2. La pubblica amministrazione non può aggravare il procedimento se non per straordinarie e motivate esigenze imposte dallo svolgimento dell’istruttoria.

Comma 2-bis. I rapporti tra il cittadino e la pubblica amministrazione sono improntati ai princìpi della collaborazione e della buona fede".

Art. 1 Legge n. 241/1990 comma 1: principi e spiegazione

Quanto abbiamo appena letto è l’articolo 1 della legge 241/90, ma cos'è questa legge e perché è così importante per il diritto amministrativo?

La Legge n. 241 del 1990 e sue successive modificazioni, è la legge sulla quale si basa il procedimento amministrativo ovvero tutto ciò che concerne l’agire dell'amministrazione.

L’articolo 1 al comma primo ci indica i principi sui quali si fonda l’attività amministrativa indicando innanzitutto, al comma 1 che l’attività amministrativa persegue fini determinati dalla legge.

Il significato di questo termine significa che la P.A. persegue il principio di legalità.

Secondo tale principio, ogni attività dei pubblici poteri deve trovare fondamento in una legge, quale atto del Parlamento, a suo volta unico organo diretta espressione della sovranità popolare o della nazione, il che vuol dire, spiegato meglio, che afferma che tutti gli organi dello Stato sono tenuti ad agire secondo la legge.

Tale principio ammette che il potere venga esercitato in modo discrezionale, ma non in modo arbitrario, rispettando tutti i regolamenti sull'ordine.

Successivamente, sempre al comma primo, l’articolo 1 ci dice che l’attività della Pubblica Amministrazione (P.A.) è retta dai principi di economicità, efficacia, imparzialità, pubblicità e trasparenza.

Ma cosa significano questi principi?

Ecco il significato dei principi di cui all'art. 1 della Legge n. 241/1990.

Principio di economicità

Il principio di economicità ai sensi dell'art. 1 Legge n. 241/1990 è alla base dell’azione amministrativa dal momento che nello svolgere la sua attività, la Pubblica Amministrazione deve usare il minor dispendio di mezzi e strumenti, intesi anche nel senso strumentale e non solo monetario.

L'attività amministrativa deve quindi evitare ogni spreco, e utilizzare in maniera razionale e intelligente le risorse materiali e personali, ottimizzando i risultati e i profitti.

Principio di efficacia

Il principio di efficacia ai sensi dell'art. 1 Legge n. 241/1990 è spesso accompagnato da quello di efficienza e prevede la capacità, in capo ad un atto della P.A. di produrre effetti.

Un atto, è quindi capace di produrre effetti, a seguito del positivo espletamento della fase di integrazione dell’efficacia, ovvero del controllo più la comunicazione all’interessato.

Si ottiene nel momento in cui esso acquisisce quegli elementi necessari che ne consentono l’identificazione.

Principio di Imparzialità

Il principio di imparzialità ai sensi dell'art. 1 Legge n. 241/1990 è il principio secondo il quale è orientata l'attività della pubblica amministrazione, volta alla realizzazione dell'interesse pubblico, debba essere svolta con imparzialità.

Esso trova fondamento nell’art. 97 della Costituzione e prevede sia il divieto che la P.A. operi un una qualsiasi forma di favoritismo nei confronti di alcuni soggetti, sia un ugual diritto di tutti i cittadini ad accedere ai servizi erogati dalla pubblica amministrazione.

In particolare, l'art. 97 impone alla P.A. di svolgere la propria attività nel pieno rispetto della giustizia. Tale profilo è stato ulteriormente ribadito dall’inclusione – ad opera della l. 69/2009 che ha riformato la L. n. 241/90 – tra i criteri dell'attività amministrativa anche di quello dell'imparzialità.

Principio di pubblicità e trasparenza

Il principio della pubblicità e trasparenza ai sensi dell'art. 1 Legge n. 241/1990 stabilisce l’obbligo per tutte le Pubbliche Amministrazioni di rendere visibile e controllabile all’esterno il proprio operato.

In sintesi, la trasparenza contribuisce a rendere conoscibile l’azione amministrativa.

A questo principio poi, si ricollega in maniera preponderante il principio di motivazione sancito dall’art. 3 della legge sul procedimento amministrativo, ma che impone che tutti gli atti della P.A. siano adeguatamente motivati.

Art. 1, commi da 1-bis a 2-bis Legge 241/1990: spiegazione

Il comma 1 bis, invece, prevede che la P.A. quando adotta atti di natura non autoritativa sia soggetta alle norme di diritto privato, ma cosa significa?

Significa che tali tipi di atti non autoritativi sono atti amministrativi emessi in mancanza regolamentazione, di talché essi sono considerati atti di diritto privato e ne seguono la disciplina.

Infatti occorre ricordare che una moltitudine di rapporti di lavoro con la P.A. (fanno eccezione i magistrati, il personale militare, e altro personale) sono disciplinati dal diritto privato e che in tali ipotesi la Pubblica Amministrazione agisce (in generale) con i poteri del datore di lavoro privato (art. 5, D. lgs. n. 165/2001).

Il comma secondo prevede poi che la P.A. non può aggravare il procedimento se non per straordinarie e motivate esigenze imposte dallo svolgimento dell’istruttoria.

Ciò significa che la P.A. ha solitamente dei termini ben precisi entro i quali provvedere a concludere un procedimento amministrativo (solitamente 30 giorni) a meno che non vi siano, come visto, straordinarie e motivate esigenze della P.A.. che possono derivare, ad esempio, da problematiche sorte nella verifica dei presupposti sottesi al rilascio di un permesso a costruire magari durante lo svolgimento dell’istruttoria.

Il comma secondo bis, per concludere, prevede che i rapporti tra P.A. e cittadini devono essere improntati alla collaborazione e buona fede il che vuol dire che la collaborazione deve avvenire da entrambe le parti e allo stesso modo, entrambe le parti devono agire secondo buona fede.

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Marco D'Amico
Avvocato - Comitato Diritto Lexplain
Mi sono laureato all'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli con una tesi in diritto amministrativo, materia nella quale mi sono poi specializzato. Collaboro dal 2009 con Aldo Sandulli, professore ordinario di diritto amministrativo presso l’Università Luiss Guido Carli. Sono Cultore della materia in diritto amministrativo presso l’università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Nel 2010 ho partecipato alla costituzione della Rivista Giuridica MUNUS, sui Servizi Pubblici, fondata dai professori Aldo Sandulli e Giacinto della Cananea. Nel 2022 ho conseguito un master in Diritto Pubblico Europeo presso l’European Public and Law Organizzation e nel 2023 un master in Diritto Impresa e Sicurezza Agroalimentare con una tesi sulla tutela dei prodotti agroalimentari e del marchio “Made in Italy”presso l’Università di Modena e Reggio Emilia.
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