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17 Agosto 2023
17:00

Art. 2792 c.c., Divieto di uso e disposizione della cosa

L'articolo 2792 del Codice Civile, rubricato “Divieto di uso e disposizione della cosa” rientra nel Libro VI, Titolo III, Capo III, Sezione II del Codice Civile. Ecco la disciplina.

Art. 2792 c.c., Divieto di uso e disposizione della cosa
Dottoressa in Giurisprudenza
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L’art. 2792 del Codice Civile, dispone che:

“Il creditore non può, senza il consenso del costituente, usare della cosa, salvo che l'uso sia necessario per la conservazione di essa. Egli non può darla in pegno o concederne ad altri il godimento.

In ogni caso, deve imputare l'utile ricavato prima alle spese e agli interessi e poi al capitale”.

La norma, al suo primo comma deroga al divieto di uso che si riscontra ad esempio nel pegno che interessa il ramo d’azienda (intesa come universalità di beni mobili.

Questo divieto ha per fondamento il fatto che il creditore non acquisti il bene ma il suo possesso.

La Suprema Corte è intervenuta sul punto con la sentenza 2643/1975:
"Nella clausola della locazione di un bene mobile (nella specie una trattrice) che accordi al locatario la facolta, dopo la scadenza del contratto, di differire la restituzione della cosa fino al conseguimento del rimborso di spese erogate per conto del locatore (nella specie per lavori di manutenzione straordinaria), deve ravvisarsi una valida previsione convenzionale di diritto di ritenzione, soggetto all'applicazione, in via analogica, delle norme relative al pegno (artt 2790 e segg cod civ). il locatario che eserciti detto diritto di ritenzione e tenuto, pertanto, a custodire il bene in suo possesso, facendo quanto necessario per mantenerlo integro nella sua consistenza materiale e giuridica, ed incorre, in caso di inadempimento, in responsabilita per danni nei confronti del locatore, a nulla rilevando che quest'ultimo non si sia avvalso della possibilita di provvedere direttamente alle opere di conservazione del bene, chiedendone, eventualmente, il sequestro".

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Virginia Sacco
Dottoressa in Giurisprudenza
Laureata in Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Napoli - Federico II, ho seguito le mie passioni specializzandomi prima in Intelligence istituzionale e, successivamente, in Diritto dell'Unione Europea. Nel corso degli anni ho preso parte a eventi, attività e progetti a livello europeo e internazionale, approfondendo i temi della cooperazione giudiziaria e del diritto penale internazionale. Su Lexplain scrivo di diritto con parole semplici e accessibili.
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