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5 Novembre 2023
15:00

Perché Facebook e Instagram saranno a pagamento

Mark Zuckerberg ha annunciato che Facebook e Instagram a partire dal 6 novembre saranno a pagamento. Perchè? Conformarsi alla policy europea del GDPR in tema di tutela dei dati degli utenti. Spieghiamo perchè.

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Perché Facebook e Instagram saranno a pagamento
Dottoressa in Giurisprudenza
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Nelle ultime ore sta facendo discutere l’annuncio del patron di Meta, Mark Zuckerberg, che ha reso nota la decisione di rendere Facebook e Instagram a pagamento in Europa.

Gli iscritti alle piattaforme potranno sottoscrivere un abbonamento mensile che gli consentirà di non ricevere più pubblicità e contenuti sponsorizzati durante la navigazione. Ricordiamo però che è una possibilità e non un obbligo, chi non vorrà pagare usufruirà ugualmente di Facebook alle stesse condizioni di ora, cioè ricevendo pubblicità e contenuti personalizzati.

La scelta si fonda sulla necessità di adeguare i servizi offerti dalle piattaforme di social network alla policy europea in tema di trattamento dei dati degli utenti. Proprio il General Data Protection Regulation (GDPR) richiede il rispetto di una serie di elementi normativi imprescindibili che impediscono il tracciamento degli iscritti.

La domanda, a questo punto, sembra spontanea: come può un regolamento europeo influenzare il funzionamento di una multinazionale come Facebook? Facciamo chiarezza.

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Cosa dice il GDPR del trattamento dati

Il Regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio del 27 aprile 2016 relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, noto anche con l’acronimo GDPR, tutela i dati personali dei cittadini e dei residenti UE.

Al centro della querelle al momento ci sarebbero i limiti di utilizzo dei dati pubblicati sui social network da parte degli utenti e che, per questa ragione, vengono sfruttati per le attività di profilazione commerciale personalizzata.

Si pensi infatti che, accettando i cookie personalizzati durante la navigazione, Meta è in grado di collezionare le nostre preferenze: quali siti internet abbiamo cercato, quali acquisti online abbiamo fatto, quali sono i nostri interessi e molto altro. E’ così che appaiono le pubblicità e i contenuti personalizzati, dal momento che la piattaforma social è capace di suggerire quella specifica inserzione all’utente che potenzialmente potrebbe essere interessato.

Se da un lato questo rappresenta un tentativo di marketing, attraverso cui le imprese (pensiamo anche a quelle più piccole) possono raggiungere una platea disparata di clienti, dall’altro occorre ricordare che il GDPR tutela la cd. privacy social.

A partire dall’entrata in vigore del Regolamento europeo sulla privacy, Facebook aveva modificato le informative inserendo la dicitura “attività di profilazione per finalità di marketing” come elemento necessario per l’esecuzione.

Il ragionamento alla base di una simile scelta è che se l’advertisement finanzia la piattaforma, questa ha il diritto di utilizzare i dati degli utenti da fornire per elementi orientati sulle preferenze in modo da assicurare la navigazione gratuita sul social.

Gli utenti quindi, fino a oggi, hanno potuto navigare sui social firmati Meta perchè “pagavano” indirettamente le applicazioni con i propri dati personali forniti al momento di iscrizione alle piattaforme social.

Prossimamente invece, poichè la policy europea ha richiamato all’ordine i social, ritenendo che i dati degli utenti non possano essere sostanzialmente ceduti e sfruttati per ragioni pubblicitarie e di marketing, Facebook e Instagram chiederanno ai propri iscritti di abbonarsi per poter usufruire dell’app senza i contenuti personalizzati.

Facebook e Instagram a pagamento: quando arrivano in Europa

A partire dal prossimo 6 novembre, Facebook e Instagram saranno a pagamento e gli utenti potranno abbonarsi alle piattaforme social per utilizzarli senza pubblicità a 9,99 euro al mese versione desktop  o 12,99 euro al mese su mobile iOS e Android.

Mark Zuckerberg ha motivato la sua scelta facendo riferimento alla necessità di conformare l’azienda Meta a quanto statuito da una sentenza di luglio 2022 dalla Corte di Giustizia UE secondo cui le aziende dovrebbero scegliere di offrire un servizio alternativo ai propri utenti e, se necessario, con un prezzo adeguato.

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Virginia Sacco
Dottoressa in Giurisprudenza
Laureata in Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Napoli - Federico II, ho seguito le mie passioni specializzandomi prima in Intelligence istituzionale e, successivamente, in Diritto dell'Unione Europea. Nel corso degli anni ho preso parte a eventi, attività e progetti a livello europeo e internazionale, approfondendo i temi della cooperazione giudiziaria e del diritto penale internazionale. Su Lexplain scrivo di diritto con parole semplici e accessibili.
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