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9 Marzo 2024
13:00

Trattato di Maastricht: ecco 5 cose da sapere

Il Trattato è diventato uno dei documenti normativi fondamentali dell’Unione europea dal momento che, in coordinata lettura con il Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE), getta le basi dei valori, dei diritti e del funzionamento democratico in Europa.

Trattato di Maastricht: ecco 5 cose da sapere
Dottoressa in Giurisprudenza
5 cose da sapere sul Trattato di Maastricht

Il Trattato di Maastricht, ovvero il Trattato sull’Unione Europea (TUE) è stato firmato il 7 febbraio 1992 (per poi entrare in vigore l’anno successivo, ovvero il 1 novembre 1993) ha trasformato la Comunità europea nell’unione di popoli che conosciamo oggi.

Il Trattato è diventato uno dei documenti normativi fondamentali dell’Unione europea dal momento che, in coordinata lettura con il Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE),  getta le basi dei valori, dei diritti e del funzionamento democratico in Europa.

Il trattato ha istituito la cittadinanza europea, l'unione economica e monetaria (UEM), ma ha anche trasformato la Comunità europea (CE) nell' UE di oggi.

Ecco 5 cose fondamentali da sapere sul Trattato di Maastricht.

L’Italia tra i primi Paesi ad aver firmato il Trattato

Alla sottoscrizione del TUE del 7 febbraio 1992 hanno partecipato 12 Stati membri, tra cui anche l’Italia.

Ecco tutti i 12 ministri degli Affari esteri e delle Finanze degli Stati membri che hanno partecipato all’introduzione del Trattato di Maastricht alla presenza dell’allora Presidente del Parlamento europeo, on. Egon Klepsch: Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito e Spagna.

Una moneta unica per tutti

Il Trattato di Maastricht ha inaugurato la politica economica comunitaria e che, grazie al ruolo della BCE, ha permesso l’adozione dell’euro.

La moneta unica permette di garantire la stabilità dei prezzi e tutelare l’economia del mercato.

Introdotta il 1 gennaio 1999, al momento l’euro ha corso legale in ben 20 dei 27 Paesi aderenti all’Unione europea e rappresenta la valuta di circa 350 milioni di cittadini europei.

Il fondamento dell’Unione economica monetaria (UEM) attuata con il Trattato permette un coordinamento delle politiche economiche introdotte in ciascuno Stato, con l’obiettivo di vigilare reciprocamente sulle discipline finanziarie adottate.

Libera circolazione delle persone

Grazie al Trattato di Maastricht è stato consacrato il concetto di cittadinanza europea, riconociuto automaticamente a tutti i cittadini degli Stati membri.

Si tratta della pietra angolare dei diritti dei cittadini dell’Unione ed è intesa come la libertà di circolazione e soggiorno per tutti entro i confini dell’Unione europea.

Rappresenta un arricchimento della cittadinanza nazionale propria di ciascuno e intende instaurare la solidarietà tra popoli e Nazioni che è alla base del processo di integrazione europea.

Ogni cittadino di uno Stato membro è anche cittadino dell’Unione, la cittadinanza europea riconosce anche il diritto di voto e di candidarsi alle elezioni comunali e al Parlamento Europeo in un paese diverso da quello di origine

Approfondimento dell'integrazione economica

Il Trattato di Maastricht ha sancito il principio di integrazione economica più stretta tra gli Stati membri attraverso l'approfondimento del mercato unico europeo e la promozione della cooperazione economica e monetaria.

Ha inoltre istituito la Banca Centrale Europea (BCE) e ha definito il quadro per una politica monetaria unificata per gli Stati membri che aderiscono all'UME.

Il Trattato di Maastricht è composto da 3 pilastri

Il Trattato di Maastricht ha rappresentato un prodotto normativo innovativo, grazie alle sue linee d’azione che hanno consentito di attuare la politica dell’UE.

Infatti, il Trattato di Maastricht fonda il proprio intervento su 3 pilastri:

Primo pilastro, nasce la Comunità europea (CE) che prende il posto della preesistente Comunità economica europea (CEE) trasformandola.

Secondo pilastro, viene adottata la PESC ovvero la politica estera di sicurezza comune frutto di obiettivi di cooperazione intergovernativa comune a tutti gli Stati membri;

Terzo pilastro, l’introduzione della Giustizia e affari interni (GAI) ovvero la cooperazione delle forze di polizia e giudiziaria tra tutti i Paesi membri per la lotta al crimine transnazionale.

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Virginia Sacco
Dottoressa in Giurisprudenza
Dopo la laurea presso l'Università degli Studi di Napoli - Federico II, ho seguito le mie passioni specializzandomi prima in Sicurezza economica, Geopolitica e Intelligence presso SIOI - UN ITALY e, successivamente, in Diritto dell'Unione Europea presso il mio ateneo di origine. Ho concluso la pratica forese in ambito penale, occupandomi di reati finanziari e doganali. Nel corso degli anni ho preso parte attivamente a eventi, attività e progetti a livello europeo e internazionale, approfondendo i temi della cooperazione giudiziaria e del diritto penale internazionale. Ho scritto di cybersicurezza, minacce informatiche e sicurezza internazionale per "Agenda Digitale" e "Cyber Security 360". Su Lexplain scrivo di diritto con parole semplici e accessibili.
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