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12 Aprile 2024
16:37

Parlamento Ue, l’aborto sicuro e legale nella Carta dei diritti fondamentali

L’inclusione del diritto all’aborto legale e sicuro nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea potrebbe diventare realtà, grazie alal risoluzione non vincolante approvata a Bruxelles.

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Parlamento Ue, l’aborto sicuro e legale nella Carta dei diritti fondamentali
Dottoressa in Giurisprudenza
Parlamento Ue, l'aborto sicuro e legale nella Carta dei diritti fondamentali

L’inclusione del diritto all’aborto legale e sicuro nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea potrebbe diventare realtà.

La seduta plenaria del Parlamento europeo, svoltasi lo scorso 11 aprile, ha approvato con 336 voti favorevoli, 163 contrari e 39 astensioni una risoluzione non vincolante seguita dalla richiesta al Consiglio dell’Ue di modificare la Carta dei diritti fondamentali Ue inserendo il tema dell’assistenza sanitaria sessuale e del diritto all’aborto.

Non è la prima volta che questa richiesta vede la luce, infatti già lo scorso anno il Parlamento europeo aveva fermamente condannato la negligenza legislativa di alcuni Paesi membri in cui vengono violati e ignorati costantemente i diritti sessuali e riproduttivi della donna.

L’obiettivo è poter rendere il diritto all’aborto un diritto fondamentale, ma per fare ciò sarebbe necessario modificare la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea e ottenere un accordo unanime da parte di tutti gli Stati poichè l’assistenza sanitaria, la salute sessuale e quella riproduttiva, rientrano nel novero delle competenze nazionali.

Vediamo nel dettaglio i punti salienti della risoluzione.

Il diritto fondamentale Ue all’aborto

Le donne devono avere pieni diritti sulla loro salute sessuale e riproduttiva” è questo il titolo del comunicato stampa diffuso dal Parlamento europeo di ieri e con il quale viene resa nota la volontà dei deputati di aggiungere la salute riproduttiva e l’assistenza sanitaria tra i diritti fondamentali degni di tutela.

L’Unione europea è impegnata nel proteggere, promuovere e rispettare i diritti di ogni persona, in particolare di ogni donna e ragazza, affinché ciascuna possa avere il pieno controllo del proprio corpo e della propria sessualità, decidendo in modo libero e senza il rischio di coercizioni o violenze.

Perché ciò avvenga, sarà necessario modificare l’articolo 3 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea dedicato al cd. diritto all’integrità della persona, ampliandone la formulazione e affermando la libertà di ciascuno di decidere autonomamente del proprio corpo, così come di poter accedere in maniera consapevole e informata ai servizi sanitari, senza il timore di discriminazioni e ricorrere all’aborto.

Secondo la proposta di risoluzione ufficiale, questa potrebbe essere la nuova formulazione dell’articolo 3 della Carta dei diritti fondamentali Ue:

“Articolo 3

Diritto all'integrità della persona e all'autonomia del corpo

2 bis. Ogni persona ha diritto all'autonomia del corpo e all'accesso libero, informato, pieno e universale alla salute sessuale e riproduttiva e relativi diritti, come pure a tutti i servizi di assistenza sanitaria correlati, senza discriminazioni, compreso l'accesso a un aborto sicuro e legale”.

Secondo i deputati solo in questo modo è possibile condannare fermamente le vessazioni perpetrate ai danni delle donne, rimuovendo gli ostacoli che ancora oggi insistono a proposito della loro salute sessuale, anche da parte di Stati membri dell’Unione europea.

La risoluzione non vincolante approvata mira a depenalizzare l’aborto, conformandosi le raccomandazioni diffuse dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel 2022, prevenendo oltre 25 milioni di aborti non sicuri in tutto il mondo in cui perdono la vita circa 39.000 donne (con oltre il 60% in Africa e il 30% in Asia).

L’aborto, seguendo il metodo raccomandato dall’OMS, è una procedura sicura in grado di:

  • migliorare l’assistenza sanitaria consapevole rivolta alle donne e alle ragazze;
  • ampliare il numero di operatori sanitari;
  • incrementare i servizi di aborto sicuri;
  • garantire l’accesso alle pillole mediche abortive;
  • prevenire e sostenere la lotta all’HIV.

Allo stato attuale, solo 1 aborto su 4 è sicuro rispetto a 9 su 10 nei Paesi in cui la procedura è riconosciuta come legale.

Condannata la clausola di coscienza

La risoluzione con cui viene chiesto di riformulare la Carta dei diritti fondamentali Ue inserendo l’aborto condanna il fatto che, in alcuni Stati membri, l’aborto sia una pratica negata dai medici o, addirittura, da interi istituti medici che si avvalgono della clausola di coscienza.

Secondo l’Europarlamento istruire i medici sui metodi e le procedure d’aborto deve diventare una parte fondamentale dei curriculum degli operatori sanitari del domani, assicurando alle paziente di ottenere cure mediche tempestive e, nei casi particolari, salva-vite.

Accesso all'aborto, alla contraccezione e all'educazione sessuale

Tra gli obiettivi, c’è anche la richiesta rivolta a tutti i Paesi membri Ue di dotarsi di servizi e corsi idonei a trasmettere i principi di educazione sessuale e relazionale, fondamentali in qualunque fascia d’età.

Le donne in povertà sono colpite in modo sproporzionato da barriere legali, finanziarie, sociali e pratiche e restrizioni all'aborto” per cui accedere ai servizi di assistenza riservati alla salute sessuale e riproduttiva non deve più essere riservata ad alcune, ma un diritto per tutte mediante:

  • garantire contraccettivi accessibili, sicuri e gratuiti;
  • incentivare servizi di consulenza in materia di pianificazione familiare;
  • tutelare e integrare i gruppi vulnerabili, emarginati e svantaggiati.

Inoltre, particolare attenzione deve essere rivolta alle donne di colore, alle donne rom, alle donne anziane, alle donne con un livello di istruzione inferiore, alle persone della comunità LGBTIQ+, alle donne con disabilità, alle donne migranti e alle donne sole.

Le preoccupazioni Ue per i gruppi anti-scelta

Secondo i deputati è necessario un intervento congiunto da parte delle organizzazioni e associazioni che operano per la parità di genere e a favore dell’emancipazione del ruolo delle donne.

Solo così sarà possibile contrastare i gruppi di odio anti-genere e anti-scelta, affinchè l’Unione europea possa sempre essere un luogo in cui le organizzazioni della società civile e i difensori dei diritti umani possano essere sorretti e tutelati politicamente.

Il Parlamento Ue invita tutti gli Stati membri a eliminare gli ostacoli giuridici, finanziari, sociali e pratici che rendono difficile poter accedere all’aborto, esortando un aumento delle spese per programmi e sovvenzioni per i servizi di assistenza sanitaria e organizzaizoni attive nel settore.

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Virginia Sacco
Dottoressa in Giurisprudenza
Laureata in Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Napoli - Federico II, ho seguito le mie passioni specializzandomi prima in Intelligence istituzionale e, successivamente, in Diritto dell'Unione Europea. Nel corso degli anni ho preso parte a eventi, attività e progetti a livello europeo e internazionale, approfondendo i temi della cooperazione giudiziaria e del diritto penale internazionale. Su Lexplain scrivo di diritto con parole semplici e accessibili.
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